L’ex bomber alabardato Granoche: «Con Tesser i tasselli andranno a posto»

El Diablo commenta la stagione della Triestina: «Non sempre è colpa degli attaccanti»

Antonello Rodio
Pablo Granoche “El Diablo” in azione con la maglia alabardata nella stagione 2019-20
Pablo Granoche “El Diablo” in azione con la maglia alabardata nella stagione 2019-20

Alla Triestina di quest’anno uno come lui, con il killer instinct in area di rigore, sarebbe servito come il pane. Ma l’ex bomber alabardato Pablo Granoche, che il gol ce l’aveva nel sangue, purtroppo da qualche anno non gioca più, anzi in questo momento si sta dedicando solo alla sua piccola azienda e non sta facendo neanche l’allenatore: per alcuni anni ha fatto il vice di Allegretti al Chievo, poi la scorsa estate la società gialloblu ha deciso di voltare pagina, ma quando a ottobre ha richiamato Bubba in panchina, ha scelto di tenere lo staff dell’allenatore precedente.

Granoche, ma la Triestina la segue ancora?

«Eccome se la seguo, assolutamente sì, e con grande interesse. E soffro e gioisco con i tifosi alabardati, lo sapete bene il legame che c’è fra me e Trieste».

E se l’aspettava questa stagione di grandi difficoltà?

«Non credo sia una sorpresa dire che non me l’aspettavo assolutamente. Anzi credo nessuno se lo aspettasse. Ma sono molto contento del ritorno di Tesser e infatti si sono visti subito risultati positivi, la sua presenza ha dato di nuovo credibilità alla piazza e grande forza di ripartire». Quali i motivi di questi primi mesi così deludenti? «Premetto che parlo da lontano e senza conoscere le dinamiche dell’ambiente, per cui non posso permettermi di dare giudizi. La mia umile opinione è che ci sono stati troppi cambiamenti a livello di giocatori, questo comporta tanto tempo per far bene le cose, cose che non ti puoi permettere in una piazza come Trieste, soprattutto se parti così male».

E l’allenatore?

«Lui non conosceva la categoria, veniva da un’altra realtà, anche per lui serviva molto tempo e se non arrivano i risultati la piazza non può permetterselo. E poi la situazione si era fatta ormai pericolosa e preoccupante, sono stati intelligenti a scegliere il ritorno di Tesser che ha calmato le acque e messo d’accordo tutti quanti».

Ora la Triestina può puntare alla salvezza diretta?

«C’è tutto il tempo per scalare la classifica, quindi sono convinto che con Tesser la Triestina possa riprendere una posizione tranquilla e arrivare alla salvezza. Che sarà comunque difficile perché si partiva da una situazione molto problematica, ma piano piano l’Unione se ne tirerà fuori».

La squadra ha fatto tanta fatica a segnare: colpa solo degli attaccanti o ci sono altri motivi?

«Nel calcio ci sono momenti così. Ad esempio Vertainen a me piace molto, è completo, ma anche se hai attaccanti forti, è difficile far gol se la squadra non è in grado di mettere a disposizione palloni importanti come accaduto nei primi mesi».

Quindi è colpa di tutta la squadra?

«Non credo che il problema sia stato individuale, anzi è stato dettato dal collettivo e anche dal difficile momento specifico. So che se le cose vanno male si punta il dito sugli attaccanti, ma va ricordato anche che la squadra prendeva sempre gol, era proprio il collettivo che non funzionava. Comunque ora via via con i risultati positivi ogni tassello andrà al suo posto». —

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