Calcio, la spinta di D’Urso alla Triestina

l trequartista sta attraversando un buon momento: «Tesser è una garanzia, siamo concentrati sull’obiettivo. Con le squadre che si chiudono serve equilibrio»

Antonello Rodio
Christian D’Urso in azione durante la partita con la Virtus Verona foto Mariani/Lasorte
Christian D’Urso in azione durante la partita con la Virtus Verona foto Mariani/Lasorte

Nelle ultime gare ha messo lo zampino in quasi ogni rete degli alabardati con i suoi preziosi assist, ma Christian D’Urso è tornato a essere protagonista soprattutto quando sulla panchina della Triestina è tornato Tesser, con il quale già lo scorso anno aveva dimostrato di saper rendere al meglio. Servirà anche la qualità del trequartista non solo per venire a capo domenica della Pergolettese, ma anche per dare all’Unione giocate decisive in questo rush finale per la salvezza.

D’Urso, il gol preso allo scadere a Verona e il fatto di aver sciupato un doppio vantaggio può minare il clima positivo e il buon momento della squadra?

«No, direi che si analizza il problema e si riparte, gli errori possono accadere. Abbiamo fatto noi tanti gol nei finali di gara, stavolta l’abbiamo subito. Nel calcio queste cose possono succedere, ma il pareggio non ha minato nulla, siamo sempre concentrati sull’obiettivo».

Lei è fra i pochissimi ad aver vestito l’alabardato in tutte le due ultime due stagioni, e anche da inizio campionato è cambiato tanto attorno a lei in squadra: che effetto fa?

«In effetti ho visto cambiare allenatori e tantissimi giocatori, ma resta la sensazione che comunque tutti quelli che sono passati di qua hanno dato il cento per cento per fare il massimo, ci metto la mano sul fuoco. Poi ci sono state situazioni non a nostro favore, periodi negativi ma anche positivi. E sono contento di aver condiviso tante gioie con tante persone diverse».

Fra l’altro si è trovato dal lottare per la promozione a combattere per la salvezza: come cambia la prospettiva?

«È stato particolare, ma è la dimostrazione che nel calcio può accadere di tutto. Come si possono segnare o prendere gol nel finale, così si può lottare per vincere il campionato e l’anno dopo per non retrocedere. L’importante è andare in campo in ogni partita per vincere».

Quanto è stato importante per lei il ritorno di Tesser, al di là del fatto di essere tornato nel ruolo preferito?

«Sono contentissimo che il mister sia tornato, con lui abbiamo sempre fatto bene e giocato bene. Lui è una garanzia. E cosi è stato».

E lei lo sta ripagando a suon di assist.

«Sì, ultimamente sono stato fortunato, perché poi ci deve essere sempre qualcuno che la butta dentro, quindi ringrazio i compagni. Poi l’assist è una cosa particolare, capita di fare un passaggio brutto che poi un compagno valorizza, e magari invece dopo un bel passaggio non arriva la rete».

La condizione come va? Questi cambi nella ripresa denotano un calo fisico?

«Diciamo che il mister reputa il cambio opportuno per la squadra in certi momenti, del resto ci sono tanti giocatori che possono giocare nel mio ruolo ed è giusto che anche gli altri abbiano spazio».

Domenica arriva al Rocco una Pergolettese che fra le squadre della seconda parte di classifica è quella che va più forte dopo di voi: che partita sarà?

«La vedo come le altre partite, perché sono tutte difficili. Loro hanno pochi punti più di noi e cercheremo di dare il massimo per vincerla. Cercheremo di sbloccarla il prima possibile perché poi le squadre quando vanno sotto si sfaldano, ma se non dovesse accadere dobbiamo rimanere compatti ed equilibrati perché con squadre chiuse che ripartono è sempre pericoloso».

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