Il Tram di Trieste costa un altro milione per i lavori su freni e binari

Dall’assestamento di Bilancio ulteriori fondi stanziati per il ripristino della linea 2. Serviranno a coprire gli interventi della Trieste Trasporti richiesti dall’Ansfisa

Francesco Codagnone
Il tram di Opicina lungo la via tramviaria. Foto Lasorte
Il tram di Opicina lungo la via tramviaria. Foto Lasorte

Prima che il Tram di Opicina possa ripartire servirà produrre da zero e sostituire completamente i freni su tutta la linea tranviaria. Interventi «molto complessi», precisano dal Comune, e che richiederanno altri 1,2 milioni di euro di lavori, che vanno così a sommarsi a quelli già impiegati negli ultimi otto anni per la manutenzione del mezzo, fermo dall’incidente del 16 agosto 2016.

Il nuovo stanziamento – appena approvato dalla giunta Dipiazza in sede di assestamento di Bilancio del 2024 – sarà destinato a Trieste Trasporti, che per conto del Comune si sta appunto occupando della sostituzione del sistema di blocco del Tram.

Per riportare le vetture blu sui binari «entro l’anno», come da obiettivo del sindaco Roberto Dipiazza, serve infatti ottemperare a tutta una serie di prescrizioni formulate dall’Ansfisa: la lista comprende lavorazioni sul materiale rotabile (in particolare i deviatoi), la parte infrastrutturale e appunto la sostituzione dei freni.

Si tratta senza dubbio della voce più complessa tra le lavorazioni richieste da Roma, considerato che freni di questo tipo – un particolare modello a pattino – non erano utilizzati dal Tram da tempo, e sono ormai fuori produzione. Il caso ha voluto che Trieste Trasporti ne avesse ancora a disposizione alcuni pezzi, dismessi dalla linea 2 più di vent’anni fa e conservati da allora. Questo ha permesso ai tecnici di progettare i nuovi freni esattamente sul modello originale, e commissionarne la produzione a una fonderia specializzata.

Intervento non da poco, tanto che richiederà circa metà dei 1,2 milioni appena stanziati. La quota rimanente verrà invece utilizzata in parte per l’acquisto della componentistica, in parte per le altre lavorazioni necessarie sui binari, più una quota da lasciare come riserva per la successiva manutenzione della linea tranviaria.

Il Comune resta confidente che i lavori possano concludersi entro i tempi prefissati, ma nell’opposizione i dubbi non sono pochi. «Questo stanziamento – fa notare il capogruppo di Punto franco Paolo Altin – arriva a due mesi dalla fine dell’anno, e il sindaco aveva fatto l’ennesima delle sue promesse, e cioè che entro il 2024 il tram sarebbe ripartito».

Inoltre, sottolinea Altin, «si tratta di un intervento finanziato con risorse proprie del Comune o, meglio, dall’avanzo derivante dalla gestione dell’ente: gli ennesimi soldi che i triestini mettono sull’opera. Se i fondi Pnrr chiesti per l’ovovia fossero stati destinati a modernizzare e ampliare la rete di collegamenti tranviari, a partire dal Tram di Opicina, oggi probabilmente saremmo in una situazione ben diversa».

In merito, il dirigente Giulio Bernetti replica coinciso. «Tutte le lavorazioni in questione sono quelle già concordate con Ansfisa a fine estate: pertanto – precisa Bernetti – lo stanziamento è arrivato con il primo assestamento possibile. I lavori procedono come da programma e l’obiettivo fissato resta valido». —

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