Ecco perché il Tram di Opicina è ancora in stallo: servono nuovi interventi per riallineare i binari
TRIESTE Formalmente i lavori sulla linea del tram di Opicina sono conclusi. Peccato che non siano sufficienti a ottenere il nulla osta alla ripartenza della popolare tramvia. A rilevarlo è l’ente di sorveglianza Ansfisa (ex Ustif) in una serie di relazioni inviate al Comune dopo le rilevazioni della scorsa primavera, decretando di fatto la necessità di rimettere mano al cantiere.
Una tradizione
Giovedì della prossima settimana si svolgerà quella che ormai, dal malaugurato frontale del 2016, è diventata una piccola tradizione per il Comune di Trieste. Si tratta dell’annuale commissione trasparenza sul tram di Opicina, convocata dal presidente Alberto Pasino (Punto franco). Attraverso questo strumento i consiglieri contano di fare il punto sui lavori, le cui caratteristiche tecniche e il cui stato di avanzamento sono da sempre piuttosto nebulosi, e vengono trattati dai tecnici del Comune con piglio esoterico.
Ma qual è la situazione di cui si andrà a discutere in aula? In occasione della riapertura della galleria di piazza Foraggi, il sindaco Roberto Dipiazza aveva assicurato che «manca poco, i lavori sono finiti da mesi». I lettori ricorderanno infatti che nel dicembre del 2022, ormai quasi un anno fa, il Comune aveva sfoderato la sua “arma fine di mondo”: una rincalzatrice lunga 14 metri e pesante oltre 40 tonnellate, che avrebbe dovuto mettere millimetricamente a bolla i binari del tram, così come prescritto da Ansfisa. Secondo l’ente ai tempi la rincalzatura sarebbe stata l’ultima fatica prima della ripartenza.
Gli ispettori ex Ustif
Nei mesi scorsi, però, i meticolosi ispettori dell’ex Ustif sono arrivati in città per fare il pelo e contropelo ai lavori. Ne è uscita una serie di prescrizioni, anche se chiamarle così è improprio: Ansfisa non può dire al Comune cosa deve fare, può soltanto indicare quali sono gli ostacoli che impediscono il rilascio del nulla osta. E di ostacoli e ostacoletti l’agenzia ne ha rilevati diversi: banchine, gradini, pensiline, semafori e simili interventi “minori” ma necessari.
Il rincalzo dei binari
Il più rilevante, però, riguarda proprio il rincalzo dei binari. La relazione di Ansfisa in merito si compone di una serie di grafici, corrispondente alle misurazioni colte lungo il tracciato. Nel grafico si vedono tre linee correre parallele in orizzontale: quella centrale indica la distanza ideale tra i binari, le due linee che le stanno sotto e sopra indicano il margine di massima tolleranza entro cui ci si può discostare dall’ideale. Due linee colorate, poi, indicano il risultato effettivo delle misurazioni, rispettivamente prima e dopo il rincalzo. In diversi punti tanto la prima quanto la seconda linea travalicano i margini di tolleranza: il che significa che neanche la possente rincalzatrice è riuscita a riportare la distanza tra i binari nel margine previsto dalla norma.
Cosa c’è da fare
Cosa dovrà fare il Comune ora, quindi? È semplice, spostare di nuovo i binari, apportare tutte le migliorie indicate da Ansfisa e poi sottoporsi all’ennesimo giudizio da parte dello stesso ente. Risulta che in queste settimane in municipio si sia presa in considerazione di trasferire tutto il plico a Trieste Trasporti, perché la partecipata si facesse carico degli ultimi lavori e del via libera alla ripartenza. Al momento, però, risulta che la giunta non ritenga più urgente percorrere questa via.
Sarà quindi l’ente comunale a dover sbrigliare la matassa. Gli uffici hanno già dato un ulteriore incarico alla De Aloe Costruzione, la società che ha portato a Trieste la rincalzatrice, perché rimetta mano ai binari e proceda a farli rispondere alle comande di Ansfisa. Secondo quanto riportato dall’assessore ai Lavori pubblici Elisa Lodi, la ditta dovrebbe arrivare in loco la prossima settimana e sbrigare il tutto, la settimana successiva, nel giro di cinque o sei giorni. Al contempo un tecnico di Ferrovie dello Stato sta elaborando per conto del Comune un regolamento specifico sul tram, anch’esso richiesto da Ansfisa. La linea austrungarica è talmente eccentrica rispetto alle ferrovie standard, che gli uffici sono ottimisti sul fatto che alla fine vi si possa applicare una tolleranza ben maggiore rispetto alle restrittive previsioni dell’agenzia. Resta da vedere se e quali risultati darà questa via: i rapporti fra i due enti sono stati burrascosi fin dall’inizio, tanto che fra i tecnici ferroviari e il primo cittadino si arrivò alle male parole e ai tribunali che queste si portan dietro…
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