Viali, bici e bus elettrici: così ci si muoverà dentro al Porto Vecchio di Trieste
Allo studio il piano viario per l’intera area tra bretella, viale monumentale e ovovia. Percorso unico dalle Rive a Miramare con strade pedonali, ciclabili e Delfino verde
Percorsi pedonali e piste ciclabili per collegare le Rive a Miramare, arterie stradali a senso unico, autobus elettrici e trasporto pubblico marittimo. Il nuovo quartiere del Porto Vecchio-Vivo richiederà di aggiornare il piano della mobilità urbana, cambiando radicalmente il modo di muoversi lungo tutto il waterfront cittadino.
IL PIANO
I dettagli sono illustrati dal dirigente comunale Giulio Bernetti e Monica Goina, responsabile gestione del Consorzio Ursus. Il futuro piano viario dello scalo dovrà allargarsi a tutti i mezzi di trasporto e tenere conto delle caratteristiche dei suoi 66 ettari: moli e magazzini delimitati dal mare e, internamente, da centinaia di metri di binari. Un intero quartiere della città con due soli punti di accesso: a sud, dalle Rive, e a nord, arrivando da Barcola.
I PEDONI
I futuri viali del Porto Vecchio, la cui apertura è prevista per il 2026, connetteranno con una passeggiata unica Campo Marzio al castello di Miramare. Arrivando dalle Rive, entrando a piedi in Molo IV si potrà procedere lungo il parco lineare, più interno verso la città, o imboccare il viale monumentale, più esterno lato mare. Il progetto per quest’ultimo prevede un nastro stradale di 20-25 metri, di cui due terzi riservati ai pedoni e ricoperti da masegni. I due corridoi, viale e parco, si raccorderanno all’altezza del centro congressi: qui una passeggiata lungomare accompagnerà all’area sportiva del Terrapieno di Barcola, ricucendosi infine alla riviera.
LE BICI
Il viale sarà affiancato da una pista ciclabile, a senso unico in direzione città, dedicata ai ciclisti “lepre”, più veloci. In verso opposto potranno sfruttare la corsia dedicata sulla bretella, che diventerà un prolungamento della ciclovia delle Rive. Percorsi più dolci, per ciclisti “tartaruga”, saranno realizzati lungo il parco lineare, che si svilupperà fino al park Bovedo per poi connettersi alle piste del campus sportivo di Barcola. Il percorso sarà corredato da stazioni di bike sharing.
LE AUTO
Il piano auto si svilupperà similmente sui due assi di viale e bretella. Arrivando dalle Rive, si potrà svoltare verso il Miela, procedendo lungo la bretella principale con partenza da largo Santos. Questa diventerà a senso unico verso Barcola, fino alla rotonda del centro congressi. In direzione opposta, arrivando dalla riviera, si potrà evitare il traffico di viale Miramare e tornare in centro lungo la corsia dedicata del viale, a sua volta a senso unico.
IL TRASPORTO PUBBLICO
Quando lo scalo si popolerà – secondo il project financing della bergamasca Costim – di residenze e attività commerciale, servirà rafforzare il trasporto pubblico da e verso lo scalo. In estate ci sono state due prime sperimentazioni: il collegamento marittimo Miramar, dal centro a Miramare con fermata in Molo Zero, e la linea bus 20, da Muggia a Barcola lungo la bretella. In prospettiva si dovrà aumentare il numero di corse e introdurre nuove linee. In parallelo si completerà il rinnovamento del parco bus con mezzi elettrici e, in futuro (quando la Hydrogen valley transfrontaliera entrerà nel vivo) con bus a idrogeno. Per quanto riguarda le pensiline, il Comune ha già adeguato i progetti iniziali del Pnrr: tutto il Porto Vecchio sarà infatti senza barriere architettoniche, con marciapiedi a raso, ma per realizzare le fermate dei bus servirà rialzarli in punti già individuati all’inizio, a metà e alla fine del viale.
LA CABINOVIA
Il numero e il percorso nelle nuove linee sarà valutato anche in base allo sviluppo della cabinovia. Idealmente, l’impianto a fune «avrà l’obiettivo – precisa Bernetti – di risolvere il problema dell’accesso settentrionale alla città, e al contempo raggiungere da nord le diverse aree dello scalo senza utilizzare viale Miramare, già asse critico». Arrivando in bici o bus in Molo IV, quindi, ci sarebbe la possibilità di sorvolare il Porto Vecchio fino alla stazione Bovedo, per poi eventualmente risalire a Opicina, o viceversa. In tal caso si punterà a potenziare i collegamenti fino alla stazione ferroviaria, disincentivando l’utilizzo delle auto all’interno dello scalo, e incentivando quello della cabinovia. Tutto dipenderà dall’esito dell’iter per l’impianto a fune, in attesa di nuovi fondi ministeriali (48,7 milioni) in alternativa a quelli del Pnrr.—
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