Valutazione ambientale strategica: c’è il via libera per la cabinovia di Trieste
La chiusura della procedura di Vas apre la strada all’approvazione definitiva della Variante al Piano regolatore, che dovrà essere discussa dal Consiglio comunale nelle prossime settimane
L’iter della cabinovia va avanti. In attesa di individuare fondi ministeriali alternativi al Pnrr, la giunta comunale, con delibera dell’assessore alla Pianificazione territoriale Michele Babuder, completa la procedura di Valutazione ambientale strategica (Vas) dell’impianto a fune, recependo così il parere positivo già espresso sia dalla Regione che del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica.
La chiusura del procedimento di Vas, avviato nell’aprile 2022, completa di fatto tutte le fasi necessarie per l’approvazione della Variante al Piano regolatore comunale “Accesso Nord: mobilità sistemica e turistica”, imprescindibile per la realizzazione del tratto di risalita sul bosco Bovedo. Variante adottata dal Consiglio comunale già a febbraio 2023, ma andando a incidere su un sito tutelato da Natura 2000, la sua approvazione richiedeva precise deroghe ambientali, possibili in presenza di misure compensative per l’impatto che l’impianto avrebbe sul Bovedo.
Le misure mitigative e la Vinca
Misure a suo tempo richieste al Comune dopo una prima Valutazione di incidenza ambientale (Vinca) negativa al II livello, poi adottate solo al III livello con delibera della giunta regionale di giugno scorso. In quel caso la Regione aveva affermato «la compatibilità della Variante con i valori di tutela della salute, sicurezza pubblica e ambiente». Il provvedimento fu quindi inviato al Mase, che a fine settembre aveva confermato quanto stabilito dall’esecutivo Fedriga.
Il completamento della Vas
La delibera appena approvata dalla giunta comunale chiude formalmente la procedura di Vas, con parere motivato dai contributi (non vincolanti) di Regione, Arpa, Asugi e Soprintendenza e da uno studio commissionato all’Università di Udine. Il documento prevede inoltre «misure compensative significative» per l’impatto della cabinovia sul Bovedo, tra cui «azioni mirate al miglioramento delle condizioni per la fauna locale» e l’istituzione di un nuovo sito Natura 2000. Così «si garantisce – annota Babuder – un equilibrio tra sviluppo urbano e tutela ambientale».
L’iter e la Conferenza dei servizi
La chiusura della Vas apre la strada all’approvazione della Variante al Piano regolatore, che dovrà essere discussa dal Consiglio comunale nelle prossime settimane. Il passaggio successivo sarà riunire la Conferenza dei servizi, dove il parere cruciale sarà verosimilmente quello della Soprintendenza per il passaggio dell’impianto sul Porto Vecchio.
La cabinovia e le sue stazioni sono state previste nella Variante al Piano regolatore dello scalo già nel 2021, ma il verdetto dei Beni culturali sarà comunque nodale, considerati i vincoli cui è sottoposta l’area e le critiche già espresse dalla Soprintendenza in via preliminare: tutti pareri comunque «già superati», replica il Comune, includendo tali prescrizioni in fase progettuale.
Il nodo dei finanziamenti
In caso di esito favorevole, il tema sarà poi definire le modalità di finanziamento dell’opera. La cabinovia risulta ancora formalmente coperta dai fondi Pnrr con 48,7 milioni di euro (sui 62 di spesa totale), ma non è da escludere che nel nuovo decreto del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti la funivia non compaia più tra le opere sostenute da Bruxelles.
Il progetto è stato infatti considerato «non compatibile» dall’Unità di Missione del Pnrr, che – a differenza di Comune, Regione e Mase – ne ha valutato negativamente l’impatto ambientale. In ottobre il Mit si era quindi detto disponibile a individuare fondi ministeriali alternativi, ma sarà da capire se il governo Meloni troverà 48,7 milioni da destinare alla cabinovia di Trieste.
Il Comune resta fiducioso, e assicura che «anche qualora il Mit decidesse di individuare altre linee di finanziamento, queste non avrebbero alcuna ricaduta di aggravio economico sul territorio» e che, venendo meno i vincoli dell’Europa, «gli obiettivi e i tempi di realizzazione del progetto saranno rispettati con, addirittura, la possibilità di velocizzarli». —
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