Bonifica del Terrapieno di Barcola: pronto il lotto delle società veliche

Il complesso recupero da 5,5 milioni proseguirà adesso nell’area collegata ai cantieri di Porto Vecchio: Il terreno nocivo messo in sicurezza con materiale isolante

Francesco Codagnone
Il terrapieno di Barcola ph Massimo Silvano
Il terrapieno di Barcola ph Massimo Silvano

Il tratto più a nord del Terrapieno di Barcola, quello che ospita le società sportive e i club velici, può dirsi definitivamente bonificato. Il terreno, inquinato da anni, è stato spianato, in parte rimosso, avvolto con materiale isolante e coperto da terra fresca. Strati e strati di rifiuti e ceneri prodotte dall’ex inceneritore di Monte San Pantaleone sono così stati messi in sicurezza. Sigillati.

Macerie, scorie e rifiuti dell’ex inceneritore: la storia del Terrapieno di Barcola, ora verso la rinascita
Alcune immagini storiche del Terrapieno di Barcola, dalla creazione al sequestro

Altri 5 lotti

L’intervento, per il quale nel 2018 il Comune ottenne 5,5 milioni di euro dall’ex Provincia (Uti, poi Edr) e firmò un protocollo d’intesa con l’Autorità portuale, è seguito a livello dirigenziale da Andrea de Walderstein e prevede adesso la bonifica di altri cinque lotti della prominenza rivierasca, da portare avanti in parallelo ai cantieri del Pnrr in Porto Vecchio e al progetto della cabinovia.

Operazione complessa

L’operazione è molto complessa. Il Terrapieno si estende per oltre un chilometro e mezzo di costa dal Molo Zero fino alla foce del Bovedo. In tutto oltre otto ettari di terreno da mettere in sicurezza e sanificare. Il primo lotto (150 mila euro) interessava i due ettari più a nord. Un’area costituita da aiuole e aree verdi in capo ai vari concessionari, tra i quali Acegas, Circolo canottieri Saturnia, Società velica di Barcola e Grignano e Club Sirena. I lavori, iniziati lo scorso maggio, sono terminati a fine estate.

La futura cittadella dello sport

Il prossimo lotto da realizzare sarà, tecnicamente, il quinto (540 mila euro circa). Poco meno di quattromila metri quadrati connessi alla parte più settentrionale del Porto Vecchio, destinata a ospitare la fine del parco lineare e la cittadella dello sport. In questo tratto bisognerà correre: entrambi i progetti sono finanziati dal Pnrr e per il campus il termine dei lavori è fissato alla fine del 2025. Il Comune prevede di partire con la bonifica dell’area entro l’anno.

Darsene, spa e aree sport: come cambierà la zona nord del Porto Vecchio di Trieste
La parte più a nord il terrapieno di Barcola (foto Silvano)

Le tempistiche

Le tempistiche per gli altri quattro lotti dipenderanno invece dall’evolversi dei progetti in corso attorno alla prominenza rivierasca. Il secondo (7.260 metri quadrati), assieme al sesto (19.122 metri), copre il tratto che dalla foce del Bovedo arriva al centro congressi. In questo punto la bonifica risulta particolarmente urgente, in quanto le mareggiate dello scorso autunno avevano eroso in parte la costa, mettendo in luce strati di rifiuti sedimentati. I lavori di sanificazione dovranno coordinarsi con il parallelo intervento di messa in sicurezza della scogliera, finanziato dalla Regione.

Viali, bici e bus elettrici: così ci si muoverà dentro al Porto Vecchio di Trieste
I lavori in corso sul viale monumentale (foto Massimo Silvano)

Il corpo centrale

Le modalità di bonifica per il terzo lotto, quasi tre ettari del corpo “centrale” del Terrapieno, dipenderanno invece dai piani di riqualificazione che verranno proposti per quella zona. Prima di coprire il terreno inquinato con verde, cemento o altri materiali bisogna infatti capire cosa ci verrà costruito sopra. Il destino del quarto lotto è ad esempio legato a quello della cabinovia: in questi 1.816 metri quadrati, al momento, è prevista la stazione Bovedo. 

La messa in sicurezza

Rimuovere tutto il terreno – strati di anni e anni di rifiuti, materiale inerte dei cantieri, ceneri dell’ex impianto di Giarizzole e addirittura le macerie provocate dalle bombe angloamericane – non sarebbe stato possibile. Troppo costoso (nel 2006 un’operazione del genere fu stimata in oltre 27 milioni di euro), e anche pericoloso movimentare centinaia di migliaia di metri cubi di materiale potenzialmente tossico. L’intervento, peraltro, in tal caso avrebbe richiesto anni.

Per questo motivo, la direzione presa dal Comune per bonificare l’area del Terrapieno di Barcola è stata quella di mettere in sicurezza il terreno. In altre parole: asportare parte della superficie inquinata, renderla omogenea, realizzare una protezione e sigillarla. Tombarla.

Il progetto esecutivo è stato redatto dalla società Eva Srl e fa seguito al protocollo d’intesa firmato tra Comune e Autorità portuale nel 2018. Le attività di caratterizzazione del Terrapieno di Barcola ebbero inizio già prima, nel 2006, con ulteriori fasi svolte nel 2012 e nel 2019.

Porto vecchio, ultimati i sottoservizi a Barcola: parte il recupero del terrapieno
Uno scorcio dell’ultimo tratto del cantiere Foto Lasorte

Sostanze tossiche e rischi sanitari

I risultati delle analisi confermarono quanto si sapeva da tempo: i livelli di diossina, metalli e idrocarburi pesanti erano di molto superiori al consentito. In alcuni punti c’era anche un rischio sanitario: a contatto con la pelle, gli occhi, se inalate o erroneamente ingerite quelle sostanze potevano risultare tossiche, addirittura velenose.

Il progetto prevede l’isolamento permanente delle fonti inquinanti, attraverso interventi modulabili o “pacchetti”, così da consentire la bonifica in parallelo ai progetti di riqualificazione in corso sull’area. L’operazione consiste nella rimozione di circa 40 centimetri di terreno (che andranno conferiti) o il suo innalzamento con terreno fresco, quindi l’inserimento di una “geogriglia” (di rinforzo) e uno strato di ghiaia.

Terreno da spianare

Spianata l’area, questa viene avvolta da materiali specifici che consentono di foderare, isolare e impermeabilizzare il terreno, su cui stendere uno strato di terra fresca, prevedendo eventuali scavi per la piantumazione di alberi o l’attacco dei sottoservizi.

L’ultimo strato viene scelto in base a cosa dovrà essere realizzato in quel punto del Terrapieno, dalla cittadella sportiva alla stazione della cabinovia. Il progetto prevede una ventina di possibilità, o “pacchetti”: un tappeto verde per le aree gioco e i campi sportivi, dune con superfici inclinate nelle aree esterne del campus, calcestruzzo o ghiaia per i percorsi carrabili, cemento per i tratti in cui passeranno i marciapiedi o le piste ciclabili. —

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo