Pallacanestro Trieste, con Trapani servirà la massima concentrazione
In casa di una delle squadre più forti del campionato, i biancorossi di coach Christian dovranno dare il meglio di sé stessi, soprattutto in difesa

Quanto può preoccupare uno squalo in una vasca in cui ti sei immerso? E quanto può destare apprensione il fatto che fosse ferito, dopo le Final Eight di Torino? Ecco, queste sono le premesse per introdurre la sfida di questa sera fra lo Shark Trapani e la Pallacanestro Trieste.
I siciliani, con la vittoria (contestata) casalinga con Varese e il convincente successo a Reggio Emilia, hanno diradato le nuvole addensate a cavallo della Coppa Italia, con coach Repesa in discussione e qualche “mal di pancia” interno. L’eccellenza statistica disegna abbastanza fedelmente i punti di forza trapanesi: 1° in serie A per punti segnati (92.7), 1° per palloni recuperati (8.2) e 2° ai tiri liberi (80%) sintetizzano l’arma letale offensiva rappresentata da Robinson e soci. Esterni di qualità eccelsa con il trio delle meraviglie Robinson-Notae-Galloway (38.5 punti a partita assieme), un’ala forte di livello europeo come Amar Alibegovic (12.7 punti, con il 44% da tre punti e 5.7 rimbalzi), tantissimi complementi che sarebbero punte di diamante in qualsiasi squadra come John Petrucelli, Chris Horton, Akwasi Yeboah e Gabe Brown.
C’è un motivo per cui la Pallacanestro Trieste può guardare con ottimismo alla sfida, o forse due: il primo è che la storia di questa stagione racconta di una partita di campionato al Palatrieste decisa solo da insensate tripla nei due minuti finali di Robinson e company, e di una vittoria, seppur rocambolesca, nel finale di Torino alle Final Eight. Il secondo motivo è la granitica difesa ritrovata dagli uomini di coach Christian che, nelle ultime due uscite (Treviso e Scafati, ndr), ha concesso solamente 74 punti di media.
Ovviamente tutto dipenderà dal fatto che Denzel Valentine possa rientrare nelle rotazioni biancorosse, non solo per dare quel “quid” di imprevedibilità in più in attacco, ma anche per mantenere intensa la difesa con rotazioni più lunghe e disponibilità di falli maggiore. La sensazione è che al PalaShark si debba avere un grado di attenzione elevatissimo al tipo di difesa, ai contatti leciti e non, avere la lucidità di interpretare il metro arbitrale.
Insomma, la chiave è sempre quella, portare la partita attorno agli 80 punti, sfruttare la profondità d’area quando Repesa insiste sul quintetto basso, con Alibegovic da numero “5”, e restare sempre agganciati alla sfida evitando di subire break pesanti; alla fine, in un eventuale punto a punto, ci potrebbe essere spazio per la zampata decisiva.
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