Quel Sinner vorace, travestito da canarino
Dedicata a Jannik Sinner questa puntata della rubrica “Palla di cristallo”
Certo, ne valeva la pena! Svegliarsi nel cuore della notte o quasi, comunque ben prima dell’alba, poi ti ripaga. Sarà stato per la lunga astinenza, ma il rosso carota ci mancava non poco. E rivederlo abbigliato in quel giallo canarino contro quello che – almeno nei primi due set – pareva un falco vorace, ci ha riempito il cuore e ci ha regalato nuove certezze: quelle di avere in casa un campione vero, non solo nella tecnica e nel fisico, anche e soprattutto nel carattere e nell’atteggiamento.
Chiediamo licenza ai protagonisti dello sport di casa nostra, ma la Palla si è sentita quasi in obbligo di riservare questo spazio settimanale a Jannik Sinner.
Perché così diverso dalla stragrande maggioranza di idoli (o presunti tali) che riempiono le nostre giornate sportive sui giornali e sullo schermo, a tutte le latitudini. Non vogliamo di certo riavvolgere il nastro di un match da subito sezionato, esaminato e pluri-commentato da tutti. Ci piace solo aggiungere un particolare che lo straordinario equilibro della partita nei primi due set ha messo in luce: il 2025 del numero uno al mondo non potrà mai e poi mai essere una passeggiata di salute.
Sarà bensì una catena di piccole o grandi imprese da affrontare con concentrazione e cura massime. Pensare ad uno straordinario atleta come il cileno Jarry fuori dagli AO già al primo turno fa impressione: non avesse trovato il nostro all’esordio, avrebbe potuto di certo arrivare almeno alla seconda settimana. Significa che tra i qualificati allo slam di Melbourne c’è un equilibrio che si misura in… millimetri, quelli che dividono una palla vincente da una che finisce fuori. Magari per un paio di millimetri, appunto. Come è successo sino ai tie-break delle due prime frazioni. Ma soprattutto significa che tracciare con inusitate certezze il percorso del nostro campione da qui alla finale in programma tra due settimane, è a dir poco rischioso.
Se ci chiedessero adesso qual è il pericolo maggiore per Sinner, saremmo tentati di rispondere così: come incassare la reazione dell’opinione pubblica e dei suoi tifosi di fronte ad una sconfitta, che non so per quali ragioni, oggi molti dipingono come quasi… impossibile. È accaduto altre volte, nella storia del nostro sport, vedere campioni celebrati precipitare dagli altari della gloria alla polvere degli” hater”. Anche quando i social non c’erano ancora! Speriamo proprio non accada più, ma ci conforta quell’atteggiamento che lodavamo prima nel nostro: la lucidità che ha mostrato nel far rispettare la “sua” speciale legge del tie-break ci fa credere che negli spareggi all’ultimo game che lo attendono da qui in avanti rivedremo il predatore che conosciamo. Anche se vestito da canarino.
Il “post-scriptum” di oggi è per un atleta di casa nostra. Avrebbe potuto godersi posizione ed ingaggio da serie A/1 a casa sua, probabilmente giocando poco, anzi pochissimo. Ha ricevuto un’offerta per tornare ad esser protagonista e non comparsa. Non da un club arabo, come succede nel calcio. Ma da… Orzinuovi! Ha accettato con convinzione e salutato Trieste con un grazie. Chapeau a Stefano Bossi e in bocca al lupo, amico mio. —
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