La filosofia del sorriso che fa canestro

La squadra- famiglia della Pallacanestro Trieste è capace di assorbire colpi di ogni genere, anche l’annuncio del bye bye al coach del ritorno in A/1 e della strepitosa attuale stagione biancorossa

Giovanni Marzini
Giovanni Marzini
Giovanni Marzini

Di certo, Michael Arcieri avrebbe preferito far slittare a giugno il “good luck” al suo coach. Ma le tempistiche – al giorno d’oggi – le decidono gli americani e la stagione della NCAA chiusasi a San Antonio questa notte imponevano ai dirigenti della Bryant University, futura casa di Jamion Christian, di annunciare il futuro allenatore prima che sul mitico campionato universitario si spegnessero i riflettori.

Pallacanestro Trieste, Christian vola negli States e si presenta alla Bryant University
Jamion Christian, coach della Pallacanestro Trieste (Foto Ciamillo/Lasorte)

E così ecco l’annuncio del bye bye al coach del ritorno in A/1 e della strepitosa attuale stagione biancorossa, proprio nella settimana che precede le due sfide più delicate di Trieste verso i play-off. Pericolo contraccolpi sulla squadra e la preparazione del match? Possibili certo, ma non per il gruppo-famiglia biancorosso.

Pallacanestro Trieste, Denzel Valentine è in stato di grazia
Denzel Valentine in azione contro Napoli (Foto Bruni)

E così, con l’head coach protagonista di un blitz oltre Oceano, tocca ai suoi fedeli ed ottimi collaboratori preparare la squadra che poi giocherà forse la più bella e clamorosa partita di questa stagione contro una squadra che aveva appena umiliato i campioni d’Italia in carica.

Succede in casa PallTrieste, formazione che ormai nemmeno a fari tanto spenti punta dritta al miglior piazzamento possibile nella griglia di quei play-off, solo sognati la scorsa estate. Succede a Trieste, forse non a caso, in una squadra-famiglia capace di assorbire infortuni e contraccolpi di ogni genere, con la filosofia del sorriso: lo stesso che leggi sul volto di quel Valentine dopo l’ennesimo dei suoi tiri “ignoranti” che da nove metri provocano come rumore solo un “ciuff” o nella gestualità di Brooks che arringa la folla agitando verso l’alto le sue manone.

Ecco, il primo dei grazie che dobbiamo a coach Christian in queste sue ultime settimane triestine è proprio per esser stato bravo (anzi, bravissimo) nel costruire questo clima dentro lo spogliatoio. Sin dal suo primo giorno in città, anche quando le cose non parevano proprio andare per il verso giusto.

Scagli la prima pietra chi non ha storto il naso su quella scommessa di Arcieri, giocata dopo aver ascoltato un podcast di uno sconosciuto coach del basket universitario. Un allenatore che sull’orlo del baratro lo scorso anno ha avuto l’umiltà di ascoltare i suoi ragazzi – iniziando da chi il basket italiano lo conosceva meglio di lui – per conquistare la più bella delle promozioni. Quest’anno, al resto ci ha pensato chi gli ha dato in mano un roster d’eccezione, che sta regalando ad un pubblico meraviglioso (gli applausi dopo i quattro liberi sbagliati da Ross e l’ovazione per la tripla del dimenticato Campogrande sono commoventi…!) la più spettacolare e divertente delle stagioni.

Nascono così, anche in quella che poteva sembrare la più complicata delle settimane, le vittorie più belle ed importanti. Trieste non nasconde segreti dietro i suoi successi. Al massimo può dare consigli ed indicare la strada, anche ad allenatori affermati e squadre con tanti scudetti sulle maglie. Scusate se è poco, vero Jamion…? 

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