Basket, Brescia in vetta: Poeta nella scia del grande Mike D’Antoni
Nessun coach può risultare vincente senza il prezioso ausilio del proprio capitano: Ferrero rappresenta un fulgido esempio di presenza incisiva in un gruppo
La stretta attualità certifica: Brescia guidata da Poeta in vetta solitaria alla classifica, con grandi complimenti anche da parte nostra. A memoria, pochi precedenti per un coach esordiente: un Mike D’Antoni d'annata 1990/91 pare benaugurante !
Che il soggetto in questione fosse un predestinato si intuiva da come sapeva stare in campo, sempre fiero ed a testa alta nella conduzione del gioco, emanando leadership in ogni sua movenza.
L'empatia innata con chiunque lo circondi ha fatto il resto prima e tuttora: la declinazione in Peppe del suo nome di battesimo ha creato un’aurea di vicinanza e familiarità riconosciuta ovunque. Ma nessun coach può risultare vincente senza il prezioso ausilio del proprio capitano, del giocatore esperto magari con basso minutaggio ( a volte le due figure coincidono) e del fisioterapista, che storicamente cura le menti oltreché i muscoli dei giocatori.
Nella fattispecie bresciana, Ferrero rappresenta un fulgido esempio di presenza incisiva in un gruppo, come del resto sua costante in carriera.
Onore quindi a tutte le latitudini a professionisti che sappiano porre il team al centro di ogni pensiero. Persone equilibrate alla perpetua ricerca del sempre evocato “equilibrio di spogliatoio “,che si forma solo con prove e riprove di pazienza certosina : e il prodotto finale non è nemmeno garantito !
Il da farsi non manca certamente all’interno di una comunità sportiva ristretta come una squadra: sbalzi di umore settimanali, diversificazioni caratteriali, carenza di risultati, problemi personali. E non mancano momenti dove vi è la necessità di esporsi pubblicamente, verso proprietà, pubblico o stampa che sia. Anche in questo caso, i personaggi di spessore si dichiarano presenti.
Tutte situazioni ove muoversi con leggerezza e sagacia, di cui solo menti sopraffine od esperte possono godere. Insomma, un plus per un coach in carriera….
Poi storia ed attualità si intrecciano in fulgidi esempi. Si va da un Ossola metronomo in campo e fuori ai trascinatori D’Antoni e Marzorati, per passare agli imberbi capitani vincenti Gentile (padre e figlio) e all’attualità di un De Angeli ancor giovane che rinuncia a visibilità e minutaggi per rappresentare la propria Trieste. Che dire poi degli iconici Gallotti e Galleani, fisioterapisti dei muscoli e dell’anima mitizzati dai propri coaches ?
Inoltre, le stimmate di leadership e di visione rimangono impresse per sempre, ripercorrendo le genesi di Federico Casarin (il precoce in ogni sua esperienza), Paolo Vazzoler (l’essenza delle squadre di Mario De Sisti), Mario Ghiacci (il calcolo e il rigore): proprio a loro si deve la nuova straordinaria alba del basket triveneto!
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