Dopo l’edizione 2024 Link guarda al futuro: «Più innovazione e più ospiti dal mondo»

La curatrice Fresa: «Bellissimo messaggio sociale la partecipazione

La gente ha voglia di incontrarsi, capire, approfondire e discutere»

Valeria Pace
Adriano Panatta mentre dialoga con il vicedirettore Nem de Il Piccolo, Fabrizio Brancoli
Adriano Panatta mentre dialoga con il vicedirettore Nem de Il Piccolo, Fabrizio Brancoli

TRIESTE. Partecipazione, credibilità, vicinanza e ascolto. Queste sono state alcune delle parole chiave emerse dalla tre-giorni dedicata al giornalismo, Link Media Festival, per la prima volta quest’anno promosso da Nord Est Multimedia (Nem), il gruppo che edita anche questa testata. Sono state le parole d’ordine pronunciate dai relatori del festival, le loro ricette per ritrovare un nuovo equilibrio, un nuovo patto tra pubblico e giornalisti per affrontare insieme le sfide del futuro tutelando la democrazia. L’avvento dell’AI in testa. E dal prossimo anno, annuncia Paolo Possamai, direttore editoriale di Nem, l’obiettivo è chiaro: «Cresceremo continuando a indagare che spazio ha l’innovazione nel campo del giornalismo, esplorando dunque in particolare l’impatto dell’intelligenza artificiale». E non solo, perché l’altro obiettivo che si pone Possamai per Link è «valorizzare il ruolo di Trieste come crocevia di popoli e culture: il Festival accoglierà sempre più ospiti europei e internazionali, per chiamare in causa la loro esperienza e far sì che rappresenti occasione di dibattito e riflessione in un festival chiave per il mondo dell’informazione».

I temi

Lo sguardo puntato oltre i confini è già centrale per il festival, che ha richiamato nei giorni scorsi corrispondenti e firme che si occupano di Esteri. Per citarne solo alcuni, Giovanna Botteri – la grande protagonista di questa edizione, anche perché è stata insignita del premio Crédit Agricole, Testimone della Storia –, Gianni Riotta, Giuseppe Sarcina del Corriere della Sera, Liliana Faccioli Pintozzi di SkyTg24 e Marco Varvello, capo della sede di corrispondenza Rai di Londra. Poi i reporter di guerra, Barbara Schiavulli, Adnan Sarwar – giornalista inglese originario del Pakistan, in passato già a Trieste per ricevere il premio Lucchetta – e Daniele Bellocchio.

La curatrice Francesca Fresa
La curatrice Francesca Fresa

Grande soddisfazione è espressa dalla direttrice artistica, Francesca Fresa, per queste giornate: «Una vera e propria festa del giornalismo». Anche lei è già proiettata al futuro: «Sono già piena di idee», assicura. Ma in particolare, ciò che la soddisfa è stata la «grandissima partecipazione di pubblico», nonostante il «caldo e il sole», invece di andare al mare, le persone «sono venute ad ascoltare e approfondire». Per lei è l’indicazione chiara che «la gente ha voglia di capire, di conoscere, di approfondire vari temi, di trovarsi in piazza e guardarsi negli occhi, magari con idee diverse, ma confrontandosi. Dal vivo, e non leggendo siti non affidabili da casa. Dal punto di vista sociale è una cosa importante». Il festival d’altronde ha offerto varie tematiche: dai rischi e le opportunità aperte dall’AI, alla geopolitica, fino allo sport e l’intrattenimento. Tutto con ospiti di caratura altissima. Basti pensare alla leggenda del tennis Adriano Panatta – che ha interloquito con il vicedirettore di Nem e coordinatore del Piccolo, Fabrizio Brancoli – e il comico Lillo Petrolo, premiato dall’Unicef Italia e investito del ruolo di testimonial per l’agenzia. Il sogno di Fresa per la prossima edizione? «Che si senta ancora di più la vicinanza del Piccolo alla città».

L’affluenza

Sold out quasi tutti gli appuntamenti, nonostante il meteo inclemente, a volte per il troppo caldo, altre volte per la pioggia battente che ha segnato l’ultima giornata di festival. Le 250 sedie all’interno della Link arena erano tutte piene con tanto di persone all’esterno, che hanno seguito dai maxi schermi allestiti ad hoc. Allestimento che quest’anno era curato da Post Eventi, la società che si occupa di organizzazione di festival, di cui il gruppo Nem ha rilevato il 51% delle quote. L’ad di Post Eventi, Alessandra Pizzi, commenta: «La grande sfida era quella di guardare in maniera nuova un festival giunto alla sua decima edizione, mantenere gli standard alti in termini di qualità e conservando la sua identità portare elementi di novità». Che sono arrivati: l’Academy dedicata a 30 studenti post-diploma, universitari o di Its, che hanno ricevuto una borsa di soggiorno per godersi il festival a Trieste e hanno potuto seguire lezioni da parte delle grandi firme presenti – «i partecipanti ne erano entusiasti» –, la nuova Link arena con libreria integrata «per esaltare e dare peso dal punto di vista letterario ai temi affrontati», e le presentazioni introduttive con Sofia, un avatar creato con l’intelligenza artificiale. «Siamo contenti dell’affluenza, la città – e non solo, molti sono venuti da fuori – ha risposto bene, sia in termini di preiscrizioni sia presentandosi agli incontri, intercettando il festival durante il suo svolgimento», commenta. E guardando al futuro? «Il progetto è continuare su questa linea, la sinergia tra Nem e Post Eventi sta dando buoni risultati, questi sono solo i primi passi». 

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