Avventure a Virlandia - episodio 6

Dopo aver viaggiato per oltre due mesi, Viro decise che fosse giunto il momento di tornare a casa per comunicare a tutti la notizia delle sue imminenti nozze con Furina. Sì avete capito bene...aveva deciso di sposarsi!!! «Rosoly cos'è siamo a Carnevale?» il tono di Hypossimia era tagliente. «Cosa dici, mia cara, no siamo a maggio non siamo a Carnevale» Rosoly sbattè più volte le sue lunghissime ciglia finte. «E allora cos'è quella serpentina di carta multicolore che si muove in mezzo alla strada?» «Come? non l'hai saputo è la promessa sposa di Viro, si chiama Furina e non ci crederai mai ma è molto bella, dolce e simpatica» A Hypossimia mancò il respiro e livida di rabbia scaraventò il bicchiere pieno di aranciata per aria e il bel vestito vaporoso a pois di Rosoly divenne uno straccio gocciolante. Lei si mise a piangere. «Tu con quella voce melensa finiscila di piagnucolare!» sbraitò Hypossimia «pensa alla vergogna, IO, IO devo sposare Viro! Ora diventerò lo zimbello di tutta la città.» respirava a fatica. «Guardie! Cercate il generale Herpetius lo voglio qui, Subito!» Bussarono alla porta. «Entra, che stai mai aspettando» tuonò Hypossimia. Herpetius era un virus grasso con la barba folta, i capelli spinosi, sempre trasandato e con la divisa stropicciata. «Cosa posso fare per te?» chiese. «Cosa puoi fare?... Cosa devi fare!... devi radunare un esercito e uccidere quella detestabile ignobile serpentella colorata.» «Veramente ho da fare. Viro ha indetto un referendum e io devo controllare le votazioni.» «Un cosa?» urlò Hypossimia. «Un referendum,i Virlandesi dovranno decidere se abrogare la nostra legge. Viro vuole dar la possibilità a tutti di essere liberi di poter esplorare il mondo.» Dopo aver udito quelle parole la perfida Hypossimia si sentì mancare e dovette appoggiarsi al tavolo; tremava dalla rabbia. «Invece, caro il mio generale, TU obbedirai ai miei ordini» Hypossimia scandiva le parole come stesse lanciando macigni. «Dammi solo due giorni e poi obbedirò» «Quarantotto ore, ma neppure un minuto in più. Altrimenti dovrai vedertela con me.»

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