Viaggio alla scoperta della Val Saisera dove dagli abeti rossi nascono i violini leggendari

Il segreto degli alberi di risonanza scoperto dal liutaio Gio Batta. Morassi ora ricordato con un sentiero intitolato “Forest Sound Track”  
Cristina Favento

La Val Saisera ha custodito per secoli nei suoi boschi un piccolo segreto che attendeva solo di essere scoperto: qui, secondo il celebre liutaio Gio Batta Morassi, cresce infatti “il migliore abete rosso di risonanza al mondo”. E non solo secondo lui, è ormai consolidata la fama di questo tipo di legno come particolarmente adatto e pregiato per gli strumenti a corda. Morassi, originario di queste zone ma trasferitosi a Cremona proprio per seguire la sua passione per i violini, ne costruì di splendidi grazie alla collaborazione col maestro d’ascia Bruno Deotto, ex compagno delle elementari ritrovato come collega di sperimentazione artigianale nelle foreste del tarvisiano.

Oggi sono i loro figli a portare avanti l’eredità di questi due alchimisti del legno, che hanno saputo valorizzare i tesori delle proprie montagne. E oggi il territorio valorizza questa storia attraverso un sentiero che racconta proprio gli abeti rossi di risonanza del Tarvisiano nel loro habitat naturale: la Val Saisera, laterale della Val Canale, nel comune di Malborghetto Valbruna. Il percorso si chiama “Forest Sound Track” e si sviluppa costeggiando il torrente che dà il nome a questa valle poco profonda, il Saisera appunto, sino poi ad arrampicarsi lungo le pendici settentrionali del Nabois Piccolo. È completamente segnalato e attrezzato anche con cartelli illustrativi che descrivono le peculiarità di risonanza di questo tipo di legno e la complessa arte della liuteria. Si può partire da diversi punti, percorrendolo nella sua interezza o in tratti più o meno brevi, a seconda della volontà dei camminatori. Il punto di partenza canonico è dal piccolo parcheggio davanti all'hotel Saisera (m 827), dove si può lasciare la macchina e dove è indicato il punto l’inizio dell’itinerario, sul lato opposto del torrente.

Questa opzione prevede una camminata di circa 5 chilometri e mezzo all’andata e altrettanti al ritorno, lungo piste forestali, sentieri e mulattiere. Durante il tragitto s’incontrano diversi punti di interesse: alberi di abete rosso malformati a causa di nodi patogeni nel sottosuolo, le installazioni del piccolo parco dell’arte Altrememorie, la sorgente Sabuata, la cascata del torrente Carnizza. Arrivati nell’ampia radura dell'Agriturismo Prati Oitzinger si ammirano i massicci dello Jof Fuart e dello Jof di Montasio. Si può partire anche da qui per la camminata, accorciando il percorso di oltre 5 chilometri fra andata e ritorno: basta imboccare la pista che passa al margine inferiore dei prati e poi attraversa il ponticello sul rio Klinken, a 900 metri di quota.

Dopo aver sfiorato un'altra grande radura punteggiata da stavoli, con qualche saliscendi, si arriva al bivio che porta alla parte di bosco più interessante. Il tratto finale incrocia il percorso tematico Abschnitt Saisera e porta a sfiorare la postazione del Sasso Bucato. Nel punto più elevato (1076) si trova il grande abete di risonanza dedicato a Bruno Deotto, boscaiolo e collaboratore del liutaio Giovanni Battista Morassi, scopritore del sito negli anni '50 del secolo scorso. Altri punti comodi per imboccare il sentiero sono la Saisera Hütte (parcheggio) e la Locanda Montasio.

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