Pordenonese. Nella folta foresta del Prescudin fra torrenti, abeti rossi e antiche dimore

La riserva naturale dell’Azienda Regionale dei Parchi è un’oasi dove si proteggono e si studiano clima, suolo e vegetazione 
Cristina Favento

Costeggiando il torrente Prescudin – un piccolo affluente del Cellina - lungo la sua valle, si arriva all’omonima foresta. Quest’area, che appartiene all’Azienda Regionale dei Parchi e delle Foreste, dal 1969 è una riserva naturale e comprende 1650 ettari di boschi, ghiaie e rocce. Chi volesse addentrarvisi può farlo imboccando a piedi la strada forestale, chiusa al traffico, che parte dalla statale poco dopo l’abitato di Arcola, circa 4 chilometri sopra il lago di Barcis.

Qui, a quota 430 metri di altitudine, c’è un comodo parcheggio a circa 200 metri prima dell’imbocco ma occorre fare molta attenzione poi nel percorrere a piedi e attraversare la statale. L’inizio della strada forestale è contrassegnato da un cartello che indica "Foresta Regionale Prescudin". Da qui si scende e, oltrepassa la sbarra di ingresso, si attraversa il ponte sul torrente Cellina, per poi iniziare la salita verso la località Palazzo, a quota 640 metri. Ovvero una radura nel cuore del bosco, attrezzata anche per picnic con tavoli e panche (alcuni addirittura protetti da tettoia, in caso di maltempo), una fontana, servizi igienici pubblici e raccolta differenziata dei rifiuti. Accanto ai prati spicca un bel palazzo bianco, Villa Emma, e alcuni edifici minori che sono centri di ricerca e osservazione naturalistica. La riserva è infatti considerata “bacino idrografico rappresentativo sperimentale” e utilizzata per studiare scientificamente i rapporti tra clima, suolo e vegetazione.

Gli abeti rossi di quest’area sono totalmente artificiali, impiantati negli anni Sessanta, mentre sono tipici della zona, oltre al faggio, carpino e pino nero, orniello e pino mugo.

La camminata di circa 4 chilometri per arrivare alla radura è facile e adatta a tutti, incluse famiglie con bambini piccoli perché si può percorrere comodamente su asfalto anche col passeggino. Chi invece non ama troppo l’asfalto, può percorrere alcuni tratti di sentiero che consentono di tagliar via parte della strada e un tratto di sterrato in prossimità dell’arrivo.

Camminando si attraversa un bel sottobosco di faggi e si costeggia il torrente, accanto anche ad alcune cascatelle. Il percorso è piuttosto ombreggiato e con pendenze mai impegnative.

La radura può essere la meta, ma anche il punto di partenza per intraprendere altre passeggiate brevi e in piano, che si addentrano nella valle e nella foresta del Prescudin, oppure percorsi più impegnativi, fino ai rifugi in quota o alle creste. I più allenati, ad esempio, possono raggiungere i bivacchi Val di Zea, sotto il Crep Nudo, e Groppa Pasteur sotto il Monte Messer, seguendo però dei percorsi più impegnativi e che richiedono anche scarpe e abbigliamento da montagna. La salita alle cime, che superano i 2mila metri di altezza, richiede invece abilità decisamente alpinistiche.

Facendo il percorso nella bella stagione, chi desidera rinfrescarsi e non teme le temperature dei torrenti di montagna, può “assaggiare” le acque del torrente Prescudin. Si raggiunge facilmente un punto adatto all’impresa seguendo per meno di mezzo chilometro la strada sterrata sulla destra rispetto a villa Emma. Raggiunto il guardo, si segue il sentierino sulla destra per circa 200 metri.

Argomenti:itinerari fvg

Riproduzione riservata © Il Piccolo