La laguna. Alla Foce dell’Isonzo tra fenicotteri rosa e bellissimi cavalli bianchi

Un percorso ad anello nella riserva naturale tra panorami spettacolari e una natura selvaggia. A patto di comportarsi come esploratori attenti e silenziosi 
Luigi Nacci

Due itinerari semplici all'interno della Riserva Naturale Regionale della Foce dell'Isonzo, paradiso dei birdwatcher. Entrambi iniziano e terminano presso il Centro Visite dove si fa il biglietto d'ingresso.

Il percorso ad anello, nonostante sia lungo solo un paio di chilometri, permette di godere di panorami e di avvistamenti spettacolari e può portare via - se si è curiosi e non si va di fretta - più di qualche ora. Il consiglio è quello di munirsi di un binocolo e di un paio di scarponi o di un paio di stivali, perché si potrebbe trovare del fango. Un altro consiglio, non pratico, è quello di lasciare a casa gli abiti quotidiani delle creature stanziali ed essere disposti a farsi esploratori, ancorché inesperti: fare silenzio, aguzzare i sensi, portare pazienza, predisporsi agli eventi, esercitarsi nella meraviglia.

Lungo il percorso sono stati costruiti degli osservatori con delle feritoie nei quali è possibile appostarsi senza essere notati dagli uccelli selvatici, o venendo percepiti solo in parte. Lì possiamo piano piano imparare a mimetizzarci e provare ad assumere un'altra identità: siamo noi, gli umani, ad essere costretti dietro a una parete, come fossimo dietro le sbarre di una gabbia, mentre gli animali sono liberi. In un certo senso diventiamo noi le attrazioni dello zoo.

Ci attende dunque una serie di osservatori a poca distanza l'uno dall'altro: il primo è quello del Piro piro, poi quello della Pavoncella, avanziamo per 150 metri e svoltiamo a sinistra per incontrare l'osservatorio del Cavaliere d'Italia, quello del Palòt, quindi la grande Marinetta, un edificio su tre piani con molteplici punti di osservazione.

Da qui una trentina di metri e svoltiamo a sinistra, camminando al lato del canale della Quarantia fino a incontrare l'osservatorio del Capriolo e quello della Volpe. Proseguiamo per 250 metri e svoltiamo di nuovo a sinistra, per dirigerci verso l'osservatorio della Girigola. Da qui altri 250 metri circa e siamo tornati al punto di partenza.

Per chi ha più tempo e più voglia di camminare, la possibilità è quella di imboccare il Sentiero del Mondo Unito 150 metri dopo l'osservatorio della Pavoncella, e tenerlo per 5 km fino a Punta Spigolo, dopo avere incontrato gli osservatori del Biancospino e quello del Cioss.

Alla nostra destra osserviamo l'Isonzo e il ravvicinato Villaggio di Punta Sdobba, mentre a sinistra la vista può cogliere, a qualche chilometro di distanza, le impressionanti falesie di Duino. Davanti a noi il golfo. Trieste è a meno di venti chilometri in linea d'aria.

Possiamo quindi tornare indietro e riprendere il sentiero ad anello o tornare direttamente al Centro Visite, con molte fotografie e una certa aria selvatica in faccia. Per ulteriori informazioni e per chiedere eventualmente una visita guidata si può consultare il sito: www.riservafoceisonzo.it.

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