«Triste ma doveroso buttarla giù Anche de Banfield approverebbe»

Parla il “papà” della trasformazione del vecchio deposito degli autobus in struttura per concerti. «La famosa acustica? Merito di alcuni artifici»  

il personaggio

«Esaurita la funzione di sostituire il teatro Verdi, oggi è giusto pensare di demolire la sala Tripcovich per ridare una piazza alla città». A sostenerlo è proprio l’artefice della trasformazione dell’edificio da stazione delle autocorriere a teatro. Franco Malgrande, ingegnere, classe 1950, di origine maceratese, oggi direttore tecnico alla Scala di Milano, ha lavorato dal 1988 al 1992 al Teatro Verdi come responsabile degli allestimenti scenici. Ed è stato proprio in quel periodo che, su mandato del barone Raffaello de Banfield, in qualità di direttore lavori, in sei mesi ha portato a compimento il progetto, realizzando anche quell’acustica ancora oggi tanto decantata.

Com’è nata l’idea della sala Tripcovich?

Nel 1992 il Verdi chiude per ristrutturazione. C’è bisogno di un’alternativa. Si pensò prima a un teatro tenda. Il barone De Banfield, presidente del gruppo Tripcovich, nonché direttore artistico del Verdi, decise di mettere in campo un miliardo e mezzo di vecchie lire per questa operazione. Venne fuori poi che si voleva demolire la stazione delle autocorriere. Così, invece di utilizzare il teatro tenda, si pensò di trasformare la stazione in teatro. Io feci il progetto assieme allo scenografo Andrea Viotti, che ha contribuito alle finiture della sala.

Com’è riuscito a realizzare la famosa acustica?

È una delle caratteristiche del teatro, data dalla forma della struttura e da alcuni artifici, non ultimo quello di mettere dei vasi in terracotta sotto la buca dell’orchestra.

Perché, secondo lei, oggi la sala Tripcovich va demolita?

Ci sono particolarmente affezionato, è una mia creatura, ma già dopo tre anni dalla sua realizzazione, la sala avrebbe dovuto esaurire la sua funzione. Oggi penso sia giusto demolirla per ridare una piazza alla città. E quando accadrà andrà organizzato un evento per ricordare chi ci ha lavorato e, soprattutto, omaggiare il barone de Banfield.

Lei che lo conosceva bene, cosa avrebbe detto a proposito della demolizione?

Sarebbe stato d’accordo. Sapeva bene che la Sala era stata progettata per essere solo una struttura provvisoria. —

B.M.

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