Dipiazza: «Niente paura Faremo tutto quello che prevede la legge»
La legge Bonisoli mette lo zampino nell’iter per la demolizione della sala Tripcovich? Il sindaco Roberto Dipiazza non si scompone. Alla notizia, infatti, il primo cittadino reagisce con molto savoir-faire: «Sono abituato ad applicare le leggi», afferma senza indugio. Un tema, questo, a cui tiene particolarmente, visto che ha spesso sottolineato come in tutti questi anni di amministrazione non abbia mai ricevuto un avviso di garanzia.
In ogni caso, Dipiazza non ha intenzione di abbandonare la sua idea di radere al suolo quella che è stata per lungo tempo la dependance del teatro Verdi, ora bisognosa di restauro e per questo chiusa dal 2017. Anche se il ministero si mette di mezzo. Dipiazza, proprio per dare testimonianza della sua tenacia, ripesca dal passato l’altro mega abbattimento da lui portato a compimento, quello della piscina Bianchi, avvenuto nel lontano 2004. «Anche all’epoca – ricorda – siamo andati a Roma, ho esposto al ministero il progetto e mi è stato concesso l’abbattimento. Non mi fascio la testa, non ho paura di nulla. Non mi rovino la giornata per questo. Se anche questa volta dovrò andare a Roma, ci andrò senza problemi. Diciamo che se era più facile, era più facile, se è più difficile, sarà più difficile e basta».
L’abbattimento della piscina Bianchi è stato in effetti per lungo tempo un altro cavallo di battaglia del sindaco, portato avanti sempre con il fidato Giorgio Rossi, che dirigeva al tempo l’assessorato ai Lavori pubblici. All’epoca, a gestire la pratica per il ministero dei Beni culturali, era stato il direttore del ministero stesso, Pio Baldi. L’operazione costò 800 mila euro. L’attuale progetto di riqualificazione, con annesso smantellamento dell’ex stazione delle corriere, per cui è richiesta la rimozione del vincolo delle Belle arti, richiede invece un investimento di 2 milioni di euro. È prevista «la realizzazione di una vera e propria piazza – spiegava nelle scorse settimane l’assessore all’Urbanistica Luisa Polli –, con la piantumazione di nuovi alberi e lo spostamento della statua di Sissi dal giardino di piazza della Libertà». Si calcolava che nel 2020 si potesse bandire la gara e affidare il progetto definitivo. Ora, alla luce della legge Bonisoli, non si possono fare più previsioni. —
B.M.
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