Il Gal punta molto sulle “merende” per attirare comitive di turisti

L’organizzazione propone un orientamento condiviso e alcuni principi minimi,  una sorta di decalogo leggero in italiano e in sloveno

L’essere svincolate da un eccesso di regole è uno dei vantaggi evidenti nella gestione delle Osmize. Eppure, “fare sistema” e “massa critica” sono concetti di marketing che il Gal Carso - agenzia di sviluppo economico e sociale del territorio che ha ottenuto nel periodo di programmazione europeo 2014-2020, un budget di oltre 3 milioni di euro di fondi per sostenere progetti di sviluppo sul territorio - ha pensato di applicare anche a queste isole di non burocrazia.

Con l’idea che le Osmize possano offrire un turismo di esperienza, non di massa, nella strategia di sviluppo propone che le Osmize diventino il focus principale nella promozione del Carso. Con un disciplinare? No, piuttosto attraverso un orientamento condiviso e alcuni principi minimi, una sorta di decalogo leggero da appendere alle pareti, in sloveno e in italiano, forse in inglese, per mostrare un orgoglio di essere Osmiza come da una tradizione secolare. Tra questi, “siamo nati qui e ne siamo orgogliosi, questa è la nostra casa, la nostra famiglia e siamo lieti di ospitarvi”, “qui abbiamo conservato l’identità e la tradizione del Carso. Chiunque può viverla assieme a noi e sarà un’esperienza semplice, ma indimenticabile”, “l’osmiza è un convivio, un luogo di benessere e di rispetto, ma anche di divertimento”, “il vino e i cibi che degusterete sono preparati dalla nostra azienda agricola, con prodotti di stagione, seguendo le nostre ricette. Quindi sono tipici, naturali e genuini”.

La destagionalizzazione delle aperture, secondo la strategia del Gal Carso sarà fondamentale per allargare i tempi degli arrivi, nell’ottica di far vivere il Carso anche in periodi (da ottobre e a marzo) ritenuti normalmente non ideali.




 

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