Tassa di soggiorno in vigore dal 2025 anche negli alberghi e nei b&B di Gorizia
GORIIA A partire dal 2025 anche a Gorizia verrà introdotta la tassa di soggiorno. Parola del sindaco Rodolfo Ziberna, convinto che a questo punto i tempi siano davvero maturi per far decollare il disegno. Nell’anno della Capitale europea della cultura, quindi, anche il capoluogo isontino dovrà iniziare a far pagare ai turisti che dormiranno in città il piccolo contributo destinato poi ad essere reinvestito nella promozione del territorio. Un’operazione che non porterà nelle casse comunali chissà quale cifra: le stime degli uffici parlano di una somma attorno ai 100 mila euro. Ma tutto aiuta.
Per la verità Ziberna aveva manifestato già in passato l’intenzione di introdurre la tassa di soggiorno. «Vero. Lo chiedo da alcuni anni ma gli uffici, come possono tutti immaginare, sono stati e continuano a essere sotto stress per Go!2025, motivo per cui anche istruire una piccola gara diventava complicatissimo. Al netto di ciò, si sono già svolti incontri sulla questione e la nostra amministrazione ha già comunicato l’intenzione di voler adottare la tassa a decorrere dal 2025. Senza dubbio, è vero che la modesta ricettività di Gorizia assicurerebbe conseguentemente modeste entrate ma sarebbero tutte destinate alla promozione del territorio e, pertanto, con ricadute anche sui soggetti che le applicheranno».
Gli importi? Ziberna parla indicativamente di 3,5 euro per i tre alberghi presenti in città (un 3 stelle e due 4 stelle) e 2,50 per i bed & breakfast. «Va tenuto conto comunque - prosegue il primo cittadino - che i costi dell’ospitalità a Gorizia sono largamente inferiori a quelli praticati negli altri capoluoghi regionali o nelle mete turistiche».
La tassa di soggiorno, dunque, verrà introdotta. Questo, almeno, è l’intento. Anche se, già il 23 novembre 2023, l’amministrazione comunale annunciò che «entro i primi mesi dell’anno a venire (cioè del 2024), e comunque prima che il palinsesto di Go!2025 entri nel vivo» l’imposta sarebbe scattata a Gorizia ma non è successo nulla. Quella volta le stime comunali prevedevano, per il solo 2022, un introito di circa 150 mila euro.
Non solo. Più volte il sindaco Ziberna ha confermato di essere assolutamente convinto «della bontà di uno strumento come l’imposta di soggiorno. Con la pandemia i Comuni che l’hanno adottata hanno pagato un mancato incasso, ma tutti noi vogliamo pensare che il Covid non sarà una costante, in futuro». A chi ritiene che la tassa possa essere motivo di calo dell’appeal di una destinazione turistica, in questo caso Gorizia, Ziberna ha sempre risposto senza alcuna esitazione.
«Non è affatto disincentivante: personalmente non mi sono mai chiesto se l’albergo dove stavo prenotando applicasse o meno la tassa di soggiorno, ma al di là della mia esperienza, per un turista non cambia nulla nell’economia di una vacanza se la sua stanza costa 82 euro anziché 80. Non è certo questo che lo porterà a scegliere o evitare la destinazione gradita. Parliamo del costo di un caffè a fronte dell’ammontare di un soggiorno, senza contare il fatto che i prezzi delle strutture goriziane sono già decisamente più vantaggiosi rispetto a quelli di moltissime altre località, specie quelle più grandi».
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