Premio a Mattarella e Pahor: “Gorizia e Nova Gorica una pagina di speranza per l’Europa”
Ai due presidenti è stato consegnato il 25° Premio Ilario e Taziano “Città di Gorizia” al Teatro Verdi nell’anno della Capitale europea della cultura

Il grande giorno è arrivato. Al Teatro Verdi di Gorizia è stato consegnato il 25° Premio Ilario e Taziano “Città di Gorizia” al Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella e al già Presidente della Repubblica di Slovenia Borut Pahor.
La cerimonia è iniziata alle 11.30 al Teatro comunale “Giuseppe Verdi”, in via Garibaldi 2/a, con Mattarella e Pahor arrivati in perfetto orario, accolti dagli applausi del Teatro Verdi e dai canti dei cori di bambini con i cappellini e le bandierine di Go2025.
Le parole di Mattarella
“La vocazione di Gorizia è di essere protagonista dell'Europa. La città sta vivendo un anno importantissimo. Io e Pahor abbiamo vissuto la trasformazione di un confine in fraternità, collaborazione, civiltà. Qui si sono ricostruiti i legami di amicizia che le guerre avevano reciso. Dobbiamo ai cittadini di queste terre di aver raggiunto questo risultato” ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sul palco.

"Gorizia e Nova Gorica da sempre crocevia di popoli hanno coraggiosamente trasformato la loro geografia in un opportunità. La frontiera da luogo ostile diventa fattore di crescita. Il fisico Carlo Rubbia, goriziano, disse che le ricerche scientifiche che gli valsero il premio Nobel nascevano sulla base di un mondo aperto per la scienza. Non si deve mai venire meno alla dignità delle persone. Sono grato a Gorizia per questo premio. La comune esperienza con Nova Gorica è una pagina di speranza per l'Europa”.
Il discorso dell’ex presidente Pahor
“Ringrazio di cuore per questo alto riconoscimento. Riceverlo assieme a Sergio Mattarella va ad assumere per me un valore ancora più grande. Sono grato a tutti coloro che mi hanno cresciuto in un clima di reciproco rispetto fra sloveni e italiani. Grato a chi mi ha incoraggiato a continuare sulla via della pacificazione”. Sono le parole dell’ex presidente sloveno Borut Pahor, accolte da un lunghissimo applauso.

“Sono particolarmente grato all'amico Sergio Mattarella. Il destino mi ha concesso di collaborare con uno statista così saggio e coraggioso. Insieme ci siamo adoperati per creare un mondo migliore. Non è sempre stato facile per noi ma siamo stati mossi da un senso di responsabilità per un futuro comune europeo – ha continuato -. Caro amico abbiamo fatto qualcosa di buono. Oggi si fa largo la logica della forza bruta. l'Europa in questo frangente si dimostra debole ma il suo riscatto va ricercato sulla convivenza sui diritti umani sulla collaborazione. È fondamentale che l'Europa unita sia coesa. Sarà difficile ma non dobbiamo arrenderci e cedere alla disperazione. Insieme ce la faremo”.
Gli interventi
Prima dei presidenti sul palco sono intervenuti il presidente della Regione Massimiliano Fedriga, il sindaco Rodolfo Ziberna e il vescovo Carlo Redaelli.
"La vostra presenza, Presidente Mattarella e Presidente emerito Pahor – sono state le parole di Fedriga -, rappresenta il riconoscimento più alto dell’impegno che le nostre comunità stanno portando avanti per costruire ponti di dialogo e collaborazione. La vostra stretta di mano, divenuta simbolo di riconciliazione, ci ricorda che la storia va custodita e insegnata, affinché diventi fondamento di un futuro di amicizia e cooperazione”.

“La vostra iconica, indimenticata e indimenticabile stretta di mano, del resto, così sincera, genuina, spontanea, ha detto più di mille parole. Ecco perché oggi abbiamo voluto essere qui, di nuovo insieme: per dirvi Grazie – ha aggiunto il sindaco Rodolfo Ziberna –. Grazie per avere creduto in noi, seguendoci e sostenendoci nel cammino verso GO! 2025. La vostra “mano nella mano” ci insegna che dobbiamo andare avanti, non tanto cercando di raggiungere una spesso difficile condivisione della memoria, quanto piuttosto una condivisione della coscienza e del dolore che in questi nostri territori le popolazioni al di qua e al di là del confine hanno patito, a causa di opposte ideologie e di sterili totalitarismi condannati oggi anche dal Parlamento europeo”.

L'abbraccio finale
Al termine della cerimonia Mattarella e Pahor sono usciti assieme dal teatro, hanno salutato le autorità e si sono abbracciati. Mattarella è salito in auto facendo un cenno di saluto ai cittadini che, a distanza, lo attendevano sotto la pioggia.
L’attesa dei goriziani
Il calore dei goriziani si è assistito fin dal mattino: già un’ora prima dell’inizio, i cittadini che avevano prenotato telefonicamente un posto per assistere alla cerimonia (oltre 300) hanno iniziato a entrare in teatro presentando l’accredito nominativo e un documento d’identità.
All’esterno qualche centinaio di goriziani ha atteso con gli ombrelli sotto la pioggia l'arrivo dei presidenti all'angolo tra corso Verdi, corso Italia e via Garibaldi, dietro le transenne.


Fedriga: “Esempio di dialogo europeo”
Poco dopo le 11 è arrivato anche il presidente della Regione Massimiliano Fedriga: "Quello di oggi è uno di quei passaggi che testimoniano capacità di dialogo e collaborazione europea: Pahor e Mattarella premiati oggi ne sono esempio lampante. Queste celebrazioni oggi valgono di più", ha dichiarato ai giornalisti entrando in teatro.

Il programma
L’evento durerà circa un’ora. Sul palco, saranno accolti dal sindaco Rodolfo Ziberna e dall’arcivescovo Carlo Roberto Maria Redaelli. I ragazzi delle scuole Locchi e Trinko canteranno gli inni nazionali indossando, quale tocco scenografico, i cappellini di Go! 2025; inoltre, sventoleranno le bandierine della Capitale europea della Cultura.
Al termine, alcuni elementi della Fanfara della Brigata di Cavalleria “Pozzuolo del Friuli” eseguiranno il celebre Inno alla Gioia tratto dalla Nona Sinfonia di Ludwig van Beethoven e adottato come Inno d’Europa.
Ci penserà Mauro Ungaro, direttore del settimanale diocesano Voce isontina, a condurre, come ogni anno, l’appuntamento.
La cerimonia
Prima il Duomo ha accolto, alle 9.30, la solenne celebrazione presieduta dall’arcivescovo di Gorizia, monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, accompagnata dal coro della Cappella metropolitana.
Le parole del sindaco
«Sarà un momento ricco di emozioni», spiega il sindaco Rodolfo Ziberna. Ricorda che ci sarà l’esibizione dei ragazzi delle scuole “Locchi” e “Trinko” che canteranno gli Inni italiano e sloveno mentre la Fanfara della Brigata Pozzuolo del Friuli, con una decina di componenti, eseguirà come gran finale l’Inno alla Gioia. Gli studenti resteranno sul palco per tutta la durata della cerimonia, indossando i cappellini di Go!2025.
«Quest’anno, dato il carattere eccezionale del Premio, è stata realizzata - spiega ancora il primo cittadino - una nuova opera che rappresenta, quindi, un unicum, anche con la collaborazione del GectGo, con chiari riferimenti alla storia del territorio e alla Capitale europea della cultura».
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