L’annuncio del ministro Piantedosi a Trieste: «Il via a Go!2025 con i controlli ai confini»
«Necessario tenere alta l’attenzione almeno per altri 6 mesi»
Un 2025 con la frontiera presidiata dalle forze dell’ordine tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia. L’anno di Gorizia e Nova Gorica unite nella veste transfrontaliera di capitale europea della Cultura, sarà all’insegna dei controlli al confine, almeno fino alla primavera.
E visto il trend dello scenario internazionale, tra tensioni in Medio Oriente e il perdurare dell’incognita terroristica, non si può escludere che anche nel resto del 2025 il ritorno alla libera circolazione nell’area Schengen resti una chimera.
A delineare il quadro è stato sabato, a Trieste, la massima autorità governativa in materia, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che è tornato in Friuli Venezia Giulia per presenziare, in mattinata, all’evento clou delle celebrazioni per i settant’anni dell’Unione degli Istriani.
A margine della manifestazione Piantedosi ha fatto il punto della situazione sui controlli al confine, che sono stati prorogati ufficialmente per altri sei mesi, dunque almeno fino ad aprile inoltrato.
«Permane ancora la motivazione che ci ha indotti a condividerli anche con Slovenia e Croazia – ha sottolineato Piantedosi a proposito della reintroduzione dei controlli al confine – perché lo scenario internazionale suggerisce ancora di mantenere alta l’attenzione». «Certo – ha precisato l’inquilino del Viminale – prima o poi finiranno». Ma al momento è impossibile dire quando.
La certezza, invece, è che resteranno una costante da qui alla primavera del 2025. Del resto, ieri Piantedosi ha ribadito di ritenere la misura efficace non solo per la minaccia terroristica in ottica preventiva, ma anche per il contrasto all’immigrazione clandestina. Dall’inizio della sospensione di Schengen, secondo i dati aggiornati a ottobre, più di 5 mila sono stati i migranti irregolari rintracciati al confine, 1.600 i denunciati per reati correlati al fenomeno dei migranti irregolari, e 274 gli arrestati, di cui 147 per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
«I controlli nel 2025 sicuramente proseguiranno nella modalità che si è rivelata molto proficua finora. I numeri in termini di rintracci, respingimenti, arresti, ci incoraggiano a proseguire» ha confermato il ministro, che poi ha toccato il tema Go!2025: «Abbiamo tranquillizzato il sindaco di Gorizia (Rodolfo Ziberna ndr) sul fatto che non ci saranno significative ripercussioni su queste importanti celebrazioni. Di fondo ci deve essere una libera circolazione tra i cittadini italiani e sloveni». Un concetto su cui l’esponente del Governo Meloni ha insistito: «Stiamo garantendo che non ci siano ricadute importanti sul normale flusso transfrontaliero, assicurando il principio ispiratore di Schengen della libera circolazione tra Paesi vicini».
Sulla questione dei controlli Piantedosi ha avuto colloqui telefonici con gli omologhi di Slovenia e Croazia, Bostjan Poklukar e Davor Bozinovic, condividendo le preoccupazioni per i rischi di infiltrazione terroristica nei flussi migratori lungo la rotta balcanica. Ed è stata evidenziata l’importanza dei controlli alla frontiera anche per gli aspetti di sicurezza legati al Giubileo 2025.
Ma l’impressione che il ritorno alla libera circolazione sia una prospettiva lontana è corroborata anche da un dato di fatto evidente: sempre più Paesi si stanno convincendo della necessità dei controlli, sebbene le dichiarazioni pubbliche degli esponenti politici siano quasi sempre accompagnate dall’auspicio di poter tornare presto a un’Europa senza barriere. Una conferma è arrivata in settimana dall’incontro trilaterale tra i ministri degli Esteri di Slovenia, Austria e Croazia che si è tenuto a Lubiana. La Slovenia ha appena prorogato i controlli alle frontiere con Croazia e Ungheria e hanno riattivato i controlli ai valichi anche Germania, Francia, Svezia, Danimarca, Olanda e Norvegia, che fa parte dell’area Schengen pur non essendo un Paese dell’Ue. Quanto durerà? Limitandosi alla frontiera italo-slovena, Piantedosi ha risposto così: «La proroga formalmente è di 6 mesi, ma è prematuro fare delle previsioni adesso. Occorrerà una valutazione dello scenario quando i fatti anche a livello internazionale ce lo potranno consentire».
Intanto, a Gorizia Ziberna non fa drammi: «Chiaro che avremmo tutti sperato di poter applicare pienamente Schengen – è la premessa del sindaco isontino –, ma obiettivamente la situazione attuale della sicurezza non lo permette». «Finora, però, i controlli hanno davvero avuto un impatto quasi nullo sulla circolazione transfrontaliera – aggiunge Ziberna – e ci è stato assicurato che sarà così anche in concomitanza di tutte le iniziative di Go!2025. La collaborazione transfrontaliera tra Gorizia e Nova Gorica dimostrerà di essere più forte anche del terrorismo e della revoca di Schengen». —
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