L’incontro e il dialogo
Il manifesto ufficiale di Lorenzo Mattotti è una danza a cielo aperto attraverso l’Isonzo. Un territorio che crede nella pace e nella condivisione
![Fabrizio Brancoli](https://images.nem.atexcloud.io/version/c:ZjYzOTRmMjAtMGFjOS00:NDVjYmJmMjItNTQwMy00/image.webp?f=1%3A1&w=50)
![L'arte di Lorenzo Mattotti](https://images.ilpiccolo.it/view/acePublic/alias/contentid/1h42gy6ivldw2ff84i5/0/incontro-e-colori-del-dialogo-jpg.webp?f=16%3A9&w=700)
Lui è italiano e lei è slovena. Oppure è il contrario: lui è sloveno, lei è italiana. C'è una mistica eguaglianza delle possibilità in questa danza tra un uomo e una donna, nel paesaggio di una terra che incrocia le montagne con il mare, le colline con i fiumi, il sole con la neve.
Hanno abiti colorati. Danzano su un ponte, tenendosi per le mani, incrociando gambe e caviglie, tra i reciproci sguardi. È l'arte di Lorenzo Mattotti a generare l'immagine simbolo di un anno che non vuole restare tale, un 2025 che deve poter durare fino all'infinito e andare lontano, come quelle linee gialle all'orizzonte.
![La copertina del Piccolo pubblicata per l'inaugurazione di Go2025!](https://images.ilpiccolo.it/view/acePublic/alias/contentid/1h42iwuei4gcxb7evw5/0/la-copertina-del-piccolo-pubblicata-per-l-inaugurazione-di-go2025.webp)
È tutta una curva sinuosa, questo manifesto ricco di promesse, al quale si affida il messaggio più forte: l'importanza di un incontro. E la rilevanza di fare le cose insieme, come i ballerini quando si intrecciano, perché la danza significa anche e soprattutto fidarsi dell'altra persona, guidare ed essere guidati a seconda del passo e del momento.
La metafora del ponte è fortissima ed evidente. «Nella bellezza della natura, della musica e dell'arte in generale, archetipi di un linguaggio universale, si trovano quegli elementi di condivisione senza confini che contribuiscono ad abbattere ogni barriera linguistica, fisica e politica. (...) È il simbolo dell'armonia, in un viaggio che parte proprio dal confine».
Lo leggiamo nelle comunicazioni ufficiali che accompagnano il manifesto e che rimbalzano ovunque nel mondo: queste frasi appena citate per esempio sono state pubblicate da El Pais, ed è bello che da altri luoghi, altre dimensioni, si raccolga questo messaggio di dialogo e condivisione che arriva dal confine italo-sloveno.
Quel fiume, nel quadro, è l'Isonzo. Sin dai tempi più lontani non siamo stati capaci neppure di chiamarlo con lo stesso nome: in sloveno è Soča, in friulano Lusinç, in bisiaco Lisonz e c'è pure una versione in tedesco, Sontig, benché desueta. L'Isonzo teatro di guerre e tragedie, nella dissonanza, impressionante, tra la violenza e la bellezza.
L'Isonzo azzurro, anzi, verde smeraldo, talmente legato al quel colore da guidare la scelta di Go!2025, che ha vestito ogni suo messaggio di comunicazione con quella proposta cromatica, dalle bandierine nelle strade di Nova Gorica e Gorizia agli striscioni, dalle vetrofanie alle cartelle ufficiali. Verde smeraldo e anche verde speranza, la speranza di un'Europa che faccia la differenza, un'Europa degli esseri viventi.
Lorenzo Mattotti, figlio di un ufficiale dell'esercito, ha vissuto in molte città. È lombardo di Brescia e vive a Parigi, immagina universi paralleli e fantastici. L'arte è di tutti e non conosce le linee invisibili con le quali gli uomini delimitano i territori. Bisogna danzare sul ponte. Proprio noi. E questo, Nova Gorica e Gorizia, è il posto giusto per provarci.
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