Trattative per la giunta regionale: Fedriga può cambiare le carte in tavola tenendosi un assessore
Il governatore vuole fare pesare i 65 mila voti personali conquistati e non è escluso che decida di avocare a sé la scelta di un assessorato lasciando ai partiti nove slot e non dieci. L’11 aprile i primi incontri con i segretari
UDINE. Le trattative per la composizione della giunta regionale entrano nel vivo. Nella mattinata di martedì 11 aprile il governatore Massimiliano Fedriga, a Udine per sostenere Pietro Fontanini (impegnato domenica nel ballottaggio contro Alberto Felice De Toni), incontrerà nel capoluogo friulano il primo dei segretari regionali dei partiti della coalizione che lo sostiene e cioè il meloniano Walter Rizzetto.
Poi toccherà al leghista Marco Dreosto e alla forzista Sandra Savino (telefonicamente visti gli impegni a Roma della sottosegretaria), con il presidente della Regione che, oltre a se stesso, rappresenterà ovviamente anche la sua civica.
Bisogna decidere nomi e deleghe dei futuri dieci assessori, il vicepresidente della Regione, il presidente del Consiglio regionale e, almeno quanto ad assegnazioni per i singoli partiti, anche il ruolo di numero due di piazza Oberdan, oltre ai vertici delle Commissioni consiliari.
Il ruolo di Fedriga
Una cosa è certa: Fedriga ha tutte le intenzioni di fare pesare il suo successo personale (65 mila voti ottenuti soltanto dal candidato presidente, come un movimento del 16%) e non accetterà di acquistare a scatola chiusa quello che metteranno sul piatto i partiti.
Voci di palazzo, prima di tutto, dicono che il presidente non abbia gradito molto alcune esternazioni della scorsa settimana in cui sono emerse indicazioni quasi precise su nomi e deleghe prima di avviare le trattative. Il governatore, da quello che si è intuito, chiederà ai segretari regionali una rosa di nomi, ascolterà i desiderata, ma poi deciderà in autonomia l’incastro migliore.
Attenzione, poi, al fatto che ultimamente si stia facendo largo un’altra possibilità e cioè che Fedriga decida di avocare a sé la scelta di un assessore lasciando quindi ai partiti nove slot e non dieci. Il ragionamento che circola in piazza Unità, in fondo, è più o meno il seguente: se in Lombardia e Lazio Attilio, Fontana e Francesco Rocca hanno deciso liberamente due nomi, perchè in Friuli Venezia Giulia non dovrebbe avvenire altrettanto visto il 16% di consenso personale in linea, a spanne, con quello di Lega, Fratelli d’Italia e Lista Fedriga?
Ora, due forse no, anche per questioni di buona convivenza, ma tenersi uno slot non è un’idea campata per aria.
Le opzioni della Lega
Il primo partito della coalizione è il Carroccio, cui spetterà una tra la vicepresidenza e la presidenza del Consiglio regionale che, nei calcoli dello staff di Fedriga, valgono però doppio. Radio Lega, in questi giorni, ha fatto trapelare come a Dreosto non dispiacerebbe confermare Stefano Zannier alle Risorse agricole, Barbara Zilli alle Finanze e Sebastiano Callari al Demanio con, magari, Mauro Bordin alla presidenza del Consiglio regionale.
Il presidente, tuttavia, come detto non ha intenzione di semplicemente vistare i nomi dei partiti, ma chiede una rosa di papabili. Così nelle ultime ore, al netto di come lo stesso Bordin non disdegnerebbe un ingresso in giunta magari con le deleghe allo Sport e alla Cultura, si è fatta strada una sorta di seconda opzione che potrebbe vedere l’udinese Alberto Budai al posto di Zannier e la neo-eletta pordenonese Lucia Buna all’assessorato delle Finanze.
Due consiglieri che, tra l’altro, non sono nemmeno perfettamente allineati con l’asse del Carroccio che dalla composizione delle liste per le Politiche del 25 settembre in poi ha avuto, nei confronti della presidenza della Regione, un rapporto politico quantomeno muscolare, acuitosi con la nascita e la successiva composizione della Lista Fedriga.
Le mosse di Fratelli d’Italia
La conferenza stampa di sabato ha messo in chiaro le ambizioni dei meloniani e cioè passare da uno a tre assessorati ottenendo pure la vicepresidenza della Regione. Giusto oppure troppo che sia per Fedriga lo si scoprirà l’11 aprile, con Rizzetto che deve comunque decidere su quali eletti puntare.
Lo schema di gioco iniziale del parlamentare – affiancato nelle trattative dal ministro Luca Ciriani e che ultimamente sembra avere nel mirino le Risorse agricole – prevede l’ex sindaco di Rivignano Teor Mario Anzil (per il quale vorrebbe anche il ruolo di numero due di Fedriga) come nome per Udine, l’assessore uscente di Pordenone Cristina Amirante per la Destra Tagliamento e Fabio Scoccimarro per Trieste.
Ci sono, tuttavia, almeno un paio di variabili non banali. La prima porta al fatto che Alessandro Ciriani, forse anche più del fratello ministro, preferirebbe vedere in giunta Alessandro Basso e non Amirante.
La seconda è che, pur per via traversa e senza l’appoggio del coordinamento regionale, in questi giorni al presidente sono stati recapitati anche i profili di Stefano Balloch e Markus Maurmair. E se è chiaro come il governatore, lo ribadiamo, pur pretendendo una serie di nomi dai partiti, non andrà a imporre le rose agli alleati, è altrettanto evidente come un eventuale ingresso di Basso in giunta imporrebbe il profilo di una donna a Udine (ma al momento nomi di alto livello non se intravedono) oppure a Trieste (con i rumors che parlano di Elisa Lodi).
Lista del presidente
Poche novità, almeno attualmente, si registrano all’interno della lista Fedriga. I tre nomi più probabili per la giunta, nel dettaglio, sono quelli di altrettanti fedelissimi del presidente. Stiamo parlando di Sergio Bini, che ha archiviato il suo vecchio Progetto Fvg facendolo convogliare nella civica, Alessia Rosolen e Pierpaolo Roberti, secondo nel collegio di Trieste ma al fianco di Fedriga fin dalle prime esperienze politiche.
Tutt’altro che impossibile, andando oltre, è la riconferma di Stefano Mazzolini alla vicepresidenza del Consiglio regionale nello slot che spetta alla maggioranza.
Forza Italia
Gli azzurri, infine, per la scelta dell’assessore che spetta loro hanno optato per un metodo di lavoro preciso. Savino, infatti, incontrerà i tre eletti, i due principali sindaci d’area (Roberto Dipiazza e Rodolfo Ziberna) e i coordinatori provinciali per l’individuazione condivisa del profilo.
È di tutta evidenza, in ogni caso, come il primo nome nella lista resti quello di Riccardo Riccardi con qualcuno, tra l’altro, che sostiene la necessità, dopo gli attacchi ricevuti anche da alcuni alleati, di mettere a disposizione la Salute per chiedere un’altra delega. Quale? Le Infrastrutture, ad esempio. —
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