Roberti spera nel piano b
Deluso dal risultato personale, galvanizzato dalla dimensione del successo dell’amico Fedriga, convinto sotto sotto di avere buone chance di entrare anche nella prossima giunta regionale. Pierpaolo Roberti vive con alterne emozioni l’esito delle regionali, che lo hanno visto arrivare secondo a Trieste nella Lista del presidente.
Qual è il bilancio?
«Un risultato straordinario. Eravamo convinti di una vittoria del presidente, ma nessuno attendeva numeri simili. Vittoria della Lega e della Lista: è stata una scelta azzeccata creare la Lista, che ha rappresentato un valore aggiunto e non ha tolto voti ad altri partiti della coalizione».
Quanto è forte la delusione personale?
«È forte. Per non essere entrato in Consiglio e non per il numero di preferenze».
Quanto ha pagato passare da segretario della Lega triestina a candidato della civica?
«Sapevo che candidarmi nella Lista del presidente era la scelta più difficile. Ho fatto una campagna cominciando un mese e mezzo fa: fino ad allora la gente mi conosceva come esponente della Lega. Ho parlato con più gente possibile per convincere a votarmi sotto l’insegna della Lista, ma evidentemente non è bastato».
Ora torna leghista?
«Io non sono mai stato non leghista. La Lista del presidente è nata per raggruppare diverse esperienze di persone di varie estrazioni politiche e di gente che non ne aveva alcuna: nelle liste civiche funziona così».
Fare l’assessore alle Autonomie locali non premia un triestino...
«Per me è stato un onore poter svolgere questo ruolo. È però una delega molto tecnica che pur avendo grande interesse nella vita dei cittadini si percepisce poco. Da essa dipendono però tutti i servizi erogati ai cittadini, ma non si tagliano nastri e non si fanno inaugurazioni».
Forse anche il tema delle Province interessa poco?
«Non credo sia questo il tema. Certo ha pesato il cambio di lista, di cui non mi pento e che è stata una scelta globalmente vincente, ma devo fare un’autocritica personale sul fronte della comunicazione, ad esempio spiegando la riduzione dell’Imu alle imprese del territorio, ma che ora è una tassa portata sul territorio, ribattezzata Ilia».
Il bilancio di cinque anni di giunta?
«Lo vediamo dai numeri: il 64% è un premio chiaro da parte dei cittadini a una squadra capitanata da Fedriga e capace di lavorare bene. Abbiamo aumentato il numero di voti assoluti pur in un quadro di calo dell’affluenza».
La rivedremo nell’esecutivo guidato da Fedriga? Tutti danno per certa la sua riconferma.
«Il presidente ha detto che potrebbero esserci degli assessori che rientreranno in giunta non sulla base del numero di preferenze o se siano stati rieletti o meno. Non ne ho parlato con lui direttamente e sarà ovviamente il presidente a fare le sue valutazioni, anche in base al confronto con gli altri partiti». D.D.A.
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