Regionali 2023, la giunta di Fedriga: ecco il puzzle dei nomi alla guida del secondo mandato
Il tavolo dopo Pasqua. Lega, Fdi e civica potrebbero avere tre assessori e Forza Italia uno
TRIESTE Squadra che vince non si cambia. Massimiliano Fedriga costruirà la nuova giunta all’insegna della continuità e gli assessori uscenti aspettano solo il segnale. Dovranno attendere le trattative che cominceranno dopo Pasqua, quando presidente e segretari del centrodestra apriranno un tavolo per trovare soluzione al puzzle che, come sempre, incastra deleghe, rappresentanza territoriale e presenza femminile entro il limite minimo di tre donne previsto dalle norme.
Il quadro
Quando una coalizione centra il secondo mandato con due terzi dei voti, i ragionamenti si fanno più facili e la riconferma del pacchetto di mischia diventa scontata. Soprattutto ora che Fedriga sa di poter trattare da una posizione di forza, dopo che per settimane si era considerato scontato che il bis sarebbe stato caratterizzato dall’ipoteca di Fdi sul governo del Friuli Venezia Giulia. I patrioti non sfondano. Lega, Fdi e Lista Fedriga sono appaiate. Tutto lascia presagire che la prossima giunta si comporrà di 3 assessori per ciascun azionista di maggioranza e di un singolo componente in quota Forza Italia. Dieci in tutto, più il presidente, secondo i medesimi numeri della giunta uscente composta da 5 assessori in quota Lega, 2 di Fdi, uno di Progetto Fvg, uno di Fdi e uno scelto dal presidente.
I tempi
Il dopo voto parte dalle dichiarazioni di prammatica. Se Fedriga ha annunciato di volersi prendere qualche giorno di stacco, il telefono di Edoardo Petiziol non smette di squillare: «Troppo presto – dice il portavoce e cofondatore della Lista – per qualsiasi calcolo sulla giunta. Festeggiamo la Pasqua e godiamoci come coalizione il risultato ottenuto. Dalla prossima settimana il presidente affronterà il tema».
Il tavolo
Da martedì prossimo comincerà il confronto, che potrebbe prendere un paio di settimane, fra assessori, vicegovernatore, presidente del Consiglio e responsabili delle commissioni consiliari: perché il ragionamento sulle nomine si fa tutto assieme. E il sempre smentito “manuale Cencelli” sarà come sempre la bussola. Fedriga e Petiziol tratteranno per la Lista, Marco Dreosto per la Lega, Walter Rizzetto per Fdi, Sandra Savino per Forza Italia e Giulia Manzan per Autonomia responsabile, che non avrà tuttavia assessori dato il peso modesto in coalizione.
La Lista
Il governatore gioca col piede in due staffe, dopo che anche Matteo Salvini ha pubblicato sui social una foto in cui abbraccia Fedriga sottolineando che «Lega e Lista del presidente» superano «insieme il 30%». Il Capitano si è tenuto pure basso, perché la somma è quasi del 37%. Con questi numeri Fdi dovrà accontentarsi di tre posti ed è qui che vanno cercati i pochi volti nuovi.
Il peso maggiore lo avranno gli uscenti. In quota Lista si dà per scontata la presenza degli assessori alle Attività produttive Sergio Bini, al Lavoro Alessia Rosolen e alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti. I primi due neppure candidati, l’ultimo non eletto ma fedelissimo del governatore e certo del rinnovo. Bini ha il posizionamento più forte, dopo aver fatto confluire la sua lista in quella del presidente e averne finanziato la campagna: «Il risultato – dice – è importante. Non c’è dubbio: mi metto a disposizione come per tutta la campagna elettorale, ma la scelta spetta al presidente».
La Lega
Dopo l’elezione di Graziano Pizzimenti a deputato, in giunta sono rimasti tre leghisti: Sebastiano Callari al Patrimonio, Stefano Zannier all’Agricoltura e Barbara Zilli alle Finanze. Callari scalda i motori e pone mezza condizione: «Ci sono, se ci sarà una delega interessante», leggasi più pesante dell’attuale. Rischia di esserci anche per dare rappresentanza all’area isontina e per il legame con una maggiorente leghista come la sindaca di Monfalcone Anna Cisint.
Pure in questo caso si potrebbe andare verso la riconferma in blocco, ma il coordinatore Dreosto dice che «ci sono competenze anche fra i nuovi eletti e all’esterno di essi. Ragioneremo assieme, ricordando che siamo il primo partito della coalizione e che con la Lista Fedriga abbiamo centrato un risultato storico». Nella chiosa ci sono due messaggi: a Fdi rispetto agli equilibri, al presidente rispetto alla volontà della Lega di contare più degli altri, magari aggiungendo la vicepresidenza della giunta o la presidenza del Consiglio regionale. Poltrona quest’ultima che potrebbe piacere al leghista Mauro Bordin e che nella civica non dispiace al campione di preferenze Stefano Mazzolini e al biniano Mauro Di Bert, ma che solletica pure il meloniano Alessandro Basso.
Fdi e Forza Italia
Fra gli uscenti l’ultimo nome in ballo è del vicepresidente Riccardo Riccardi, considerato in quota Forza Italia. Lui giura di essere pronto a tornare all’antica professione all’interno di Autovie Venete e c’è chi lo considera in procinto di assumerne la direzione generale, magari lasciando il posto alla pordenonese Mara Piccin, ineleggibile per raggiunto limite di mandati. In molti ritengono tuttavia che la non più rinviabile riforma della sanità sia una matassa che Fedriga intenda far sbrogliare a Riccardi, anche se per la posizione di spinge il civico Carlo Bolzonello.
Fdi sembra avere altre mire. Oggi i patrioti occupano solo la casella dell’Ambiente con Fabio Scoccimarro, secondo cui «quando si lavora cinque anni e i risultati sono sotto gli occhi di tutti, è normale aspirare a ripetere l’esperienza. Non sarò spettatore delle trattative». Un segnale all’interno del suo partito, dove qualcuno dice che il triestino Claudio Giacomelli (più votato) possa aver voglia di lasciare il Consiglio per la giunta? E poi ci sono i due volti nuovi: la pordenonese Cristina Amirante e il friulano Mario Anzil. La prima viene da due mandati da assessore ai Lavori pubblici a Pordenone ed è fedelissima dei fratelli Ciriani: per lei si potrebbe aprire spazio alle Infrastrutture. Il più votato a Udine è invece Anzil (in vantaggio su Stefano Balloch), per il quale resterebbero Cultura e sport, sempre che non si vada verso uno scambio di deleghe con il meloniano triestino. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo