Nuova giunta del Friuli Venezia Giulia, è il giorno del vertice tra Fedriga e la coalizione

In programma venerdì l’incontro di coalizione tra Fedriga, il portavoce Petiziol e i coordinatori di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Il rebus deleghe

Marco Ballico

TRIESTE Oggi, venerdì 14 aprile, è il giorno in cui le liste del centrodestra che hanno riportato Massimiliano Fedriga alla guida della Regione inizieranno a svelare le carte.

In mattinata, nel Palazzo di piazza Unità, è previsto il primo incontro di coalizione per la composizione della prossima giunta. Al tavolo il rieletto presidente, il suo portavoce Edoardo Petizol e i coordinatori della Lega Marco Dreosto, di Fratelli d’Italia Walter Rizzetto e di Forza Italia Sandra Savino.

In settimana si è parlato di linee guida. Nei faccia a faccia con Dreosto e Rizzetto (presente anche il ministro Luca Ciriani) e nella telefonata con Savino di lunedì, Fedriga ha spiegato che la trattativa non si farà con il manuale Cencelli in mano e ha raccomandato scelte che consentano di «abbinare alla delega una professionalità in grado di ricoprirla al meglio». Quanto ai nomi, dovrebbe essere l’appuntamento odierno a farli spuntare. Anche se non si attendono sorprese rispetto a ciò che è emerso finora.

Per Fedriga Presidente i papabili sono gli assessori uscenti Pierpaolo Roberti, Alessia Rosolen e Sergio Bini, per la Lega gli altri uscenti Barbara Zilli, Stefano Zannier e Sebastiano Callari, per FdI l’ex sindaco di Rivignano Teor Mario Anzil, l’ex assessore regionale all’Ambiente Fabio Scoccimarro e l’assessore all’Urbanistica del Comune di Pordenone Cristina Amirante, per Fi il vicepresidente e assessore alla sanità uscente Riccardo Riccardi. Lo schema di partenza è il 3-3-3-1, vale a dire tre assessori ciascuno per Fedriga Presidente, Lega e Fdi, le liste che hanno viaggiato quasi alla pari alle urne, e un assessore per Fi. Ma il “pacchetto” di nomine di cui si discuterà oggi è complessivo. E, tenuto conto che nella trattativa entrerà anche il peso del voto personale di Fedriga (65mila preferenze extraliste, un 16% che vale, a rigor di numeri, un paio di caselle in giunta), è possibile che gli equilibri possano essere differenti.

Sul piatto, del resto, finiranno anche gli incarichi di vicepresidente dell’esecutivo, presidente, vicepresidenti e consiglieri segretari del Consiglio regionale, presidenti di commissione. Ed è verosimile che un partito premiato in particolare con la vicepresidenza dell’esecutivo o con la presidenza di piazza Oberdan potrebbe dover fare un passo indietro su altro.

Se i nomi sono (quasi) una certezza, più complicata è la questione delle deleghe. Almeno per qualcuno. Le variabili riguardano soprattutto Riccardi, che potrebbe vedersi riassegnata la Sanità, ma anche guidare le Infrastrutture, materia che di fatto è il suo mestiere, Anzil, che i meloniani ritengono in grado di assumere più competenze, e Scoccimarro, che viaggia tra la riconferma all’Ambiente, altamente probabile, e la novità (o auspicio) Cultura. Evidente che un solo spostamento determinerebbe conseguenti aggiustamenti, senza dimenticare che ci sono i paletti da rispettare. Quello di legge del minimo di donne in giunta (non meno di tre in una squadra di dieci assessori) e quelli politici: i territori vorranno essere rappresentati secondo popolazione e importanza e, come chiesto da Fedriga, gli assessori dovranno “saper fare”, cioè appoggiarsi su un curriculum adeguato alla delega.

La partita, in ogni caso, è più semplice di quella di cinque anni fa. Il clima è disteso, i partiti stanno informando la base senza apparenti attriti (ieri sera Dreosto ha incontrato i segretari provinciali della Lega), nessuno ha alzato la voce. Resta però da valutare che cosa farà Fedriga con i numeri a sua disposizione. Quelli della lista e quelli personali del primo presidente riconfermato in Friuli Venezia Giulia nell’era dell’elezione diretta.

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