I perché del voto

Roberta Giani

Si aprono i seggi. Dalle 7 di oggi, domenica 2 aprile, alle 15 di domani, gli elettori del Friuli Venezia Giulia sono chiamati a scegliere tra quattro candidati presidenti, tredici liste e centinaia di aspiranti consiglieri, in base a quattro programmi: i programmi che abbiamo cercato di approfondire, su queste pagine, convinti come siamo di ciò che la Politica dovrebbe essere, e troppo spesso non è.

Preoccupati da elettori che non eleggono più.

Consapevoli di quanto la nostra Regione possa incidere sulla vita dei cittadini, dalla sanità alla cultura, dall’ambiente all’economia, dalla scuola alla “politica estera”.

Domani sapremo chi sarà il quinto presidente della Regione eletto direttamente. Sapremo quanto vale il centrodestra di governo, quanti voti avranno il presidente uscente, la sua lista civica e quella della Lega. Sapremo se i Fratelli d’Italia diventeranno azionisti di maggioranza. Se il centrosinistra, che si fermò al 26,8% cinque anni fa, guadagnerà terreno. Se il Patto civico convincerà, se ci sarà un effetto Schlein sul Pd e se pagherà l’alleanza tra i dem e i cinquestelle. Sapremo che spazi avranno il Terzo Polo e Insieme liberi. E chi saranno i 48 consiglieri regionali che, dando la caccia all’ultima preferenza, hanno messo un pizzico di “cattiveria” in una campagna elettorale all’insegna del fair play.

Ma domani, in una giornata che l’Osmer preannuncia di Bora forte e incostante, con “probabili raffiche intorno ai cento chilometri all’ora”, sapremo innanzitutto se questa Regione celebrerà i sessant’anni del suo statuto speciale con la peggior affluenza di sempre.

Speriamo di no.

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