Fratoianni: «La rimonta è possibile. Serve un’idea di Regione che metta al centro il rapporto con l’ambiente»

Le priorità del leader di Sinistra Italiana Fratoianni, domenica a Trieste e Gorizia «Per questo territorio la sicurezza sul lavoro resta una sfida ineludibile»

Marco Ballico
Nicola Fratoianni
Nicola Fratoianni

TRIESTE «I tempi sono stretti, e la destra ha fatto in modo che lo fossero ancora di più. Ma la rimonta è sempre possibile». Nicola Fratoianni, deputato e segretario nazionale di Sinistra Italiana, arriva nella Venezia Giulia per spingere la raccolta firme per la presentazione della lista Alleanza Verdi Sinistra, che unisce anche Europa Verde e Possibile, a supporto di Massimo Moretuzzo. Dopo avere incontrato sabato i cittadini a Tolmezzo, Paluzza e Gemona, Fratoianni domenica gli appuntamenti sono al Caffè Teatro di Corso Verdi a Gorizia, a seguire al bar da Marino a Monfalcone e alle 16.30 al teatro dei Fabbri a Trieste con il candidato presidente del Patto, l’ex ministro M5S Patuanelli e il consigliere regionale del Pd Francesco Russo.

Il primo obiettivo è la raccolta firme. Un passaggio complicato?

«In una regione piccola come il Friuli Venezia Giulia i numeri sono alti, un evidente ostacolo alla partecipazione. Non a caso sono stato in Carnia, dove servono 750 firme in un territorio con nemmeno 100mila abitanti. La sfida è grande, ma la supereremo. Ascoltando nel contempo problemi e richieste dei cittadini, già un’occasione di campagna elettorale».

Che cosa vi ha convinto a entrare nell’alleanza?

«La condivisione sul terreno programmatico, nel segno di una proposta in grado di disegnare una compagine ampia, in grado di battere la destra che oggi governa la Regione. Alleanza Verdi Sinistra, sin dalle scorse politiche, ha lavorato per la costruzione di alleanze che rappresentino con efficacia un’alternativa politica ed elettorale».

Al voto del 25 settembre, però, non ci siete riusciti.

«E l’ho considerato un grave errore. In quella rottura c’è una parte molto rilevante delle ragioni che hanno consentito a Giorgia Meloni e alle destre di vincere le elezioni. La divisione nel campo democratico, progressista, della sinistra ecologista e ambientalista è stato il fattore decisivo del risultato. Ogni passo in avanti per una convergenza più larga è una buona notizia».

Convergenza possibile anche con 5 Stelle e Pd?

«Quando a Roma si va al merito nell’azione di opposizione, sono molte le questioni su cui viene naturale definire un terreno di convergenza».

Perché non è stato possibile aggregare il Terzo polo in Fvg?

«Insisto a chiamarlo il Quarto polo. Su molti temi quella forza politica ha posizioni che si fatica a collocare nel nostro campo».

Che cosa portate di vostro nel programma?

«Un contributo determinante. Più di tutti mettiamo al centro la relazione inscindibile tra giustizia sociale e giustizia ambientale. I problemi, gravi, anche del Fvg sono segnati da una disuguaglianza che spacca la società e dalla crisi climatica. In questo contesto, la destra procede a colpi di privatizzazione, smantellando sanità territoriale e medicina preventiva».

Come si batte Fedriga?

«Con un’idea diversa di questa regione fondata sulla centralità del rapporto con l’ambiente e con un territorio tanto articolato. Con una politica che rimetta al centro la cura per i beni comuni, che parli di trasporto pubblico collettivo invece che di nuovo strade. Con una proposta che parli di scuola e di ricerca come vettore di sviluppo».

C’è tempo per la rimonta?

«Come in Lombardia le destre di governo hanno puntato a contenere i tempi, a evitare che la campagna si tenesse all’aperto. Ma non mancherà da parte nostro ogni sforza per farcela».

Come guardate alla fase congressuale del Pd? C’è un candidato segretario che vi piace più di altri?

«Con rispetto. Il Pd è un partito con il quale intendiamo continuare a confrontarci».

Un tema chiave per Trieste?

«Anche alla luce dei recenti fatti di cronaca, la sicurezza sul lavoro rimane una questione ineludibile».

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