Il primo giorno in Parlamento di esordienti e veterani eletti in Friuli Venezia Giulia: i retroscena
TRIESTE «Ho visto la pioggia, ho comprato un ombrello e sono corsa dentro». Pronti, via. Francesca Tubetti, al primo «imponente» giorno di scuola, non fa nemmeno colazione (pranzerà dopo le tre del pomeriggio, inizio di adattamento alla vita romana).
Del resto, c’è da lavorare subito: la coordinatrice di Fratelli d’Italia Gorizia, 40 anni compiuti ad agosto, esponente più giovane tra i senatori della XIX legislatura, è uno dei sei segretari d’aula accanto a Liliana Segre (al via delle operazioni, Tubetti leggerà la proclamazione dei subentranti e farà la chiama dei primi cinquanta eletti a Palazzo Madama).
Volto nuovo al Senato è anche il leghista Marco Dreosto. Alla Camera gli esordienti sono Emanuele Loperfido e Nicole Matteoni per FdI, Graziano Pizzimenti per la Lega.
Per Ettore Rosato no, non è il primo giorno. Eletto sia in Friuli Venezia Giulia che in Campania (ma le regole del Rosatellum ne fanno un deputato campano), il presidente di Italia Viva, da presidente provvisorio della Camera, era al giorno 6.191 da deputato: «Presiedere la prima seduta della legislatura lascia il segno per chi ama le istituzioni. Le premesse? Non affrettiamo i giudizi e chiudiamo la campagna elettorale, ma mi pare ci sia un po’ di confusione nel centrodestra». Rosato assicura comunque che IV non ci ha messo del suo: «Noi per La Russa presidente? No, abbiamo votato bianca». E così anche il Pd, informa Debora Serracchiani, invitando a guardare le immagini, «la Var del Parlamento», e promettendo un’opposizione «forte, coesa, intransigente».
Nella legislatura che si apre anche con il discorso di Liliana Segre («Un faro nella notte», sintetizzerà alla fine la dem Tatjana Rojc, ringraziando la senatrice a vita «per avere aperto menti e cuori»), c’è la novità epocale degli spazi vuoti, soprattutto alle ali.
«Quando li guardi, un po’ colpisce», osserva Serracchiani. «Il taglio dei parlamentari non porta alcun beneficio – commenta Rosato –. Cercheremo di evitare che faccia pure danno».
L’ex vicepresidente della Camera è in completo blu, cravatta del G20 a presidenza italiana. Anche Pizzimenti è in blu, ma si infila una regimental. «C’ero stato da spettatore in Parlamento, ma sedersi sui banchi della storia è un’altra cosa». «Una giornata emozionante – aggiunge Dreosto –. L’impegno è di portare il Paese fuori da questa situazione difficile».
In Lega tutti in camicia bianca, Dreosto ha l’abito blu scuro, Massimiliano Panizzut è in grigio, niente cravatta. Vannia Gava sceglie un tailleur dal taglio maschile, colore autunnale, motivo a quadretti. Alberto di Giussano, sotto forma di spilla, ce l’hanno in tre su quattro (Pizzimenti se la sarebbe dimenticata). Tubetti opta per il blu. La collega di partito, la deputata Matteoni, è in nero e maglia bianca.
Per entrambe il foulard regalato dal partito (la cravatta a Luca Ciriani e agli altri uomini). «La mia colazione? All’italiana, cappuccino e brioche. Poi non mi sono fatta mancare niente, con Giorgia vicino durante la prima votazione – racconta Matteoni –. Come mi sento? Emozionata è forse inflazionata come risposta, ma è la pura e semplice verità».
Serracchiani, alla seconda legislatura, usa una giacca chiara, con zip, senza collo, collana di perle scure in contrasto, pantaloni neri. Isabella De Monte (Terzo Polo), tailleur blu, maglia bianca e spilletta dell’Unione europea, in Parlamento, al Senato, c’era già stata per un anno e poco più tra il 2013 e il 2014, periodo sufficiente per firmare, da segretaria della giunta delle immunità, la decadenza di Silvio Berlusconi. «È un giorno di emozione e di ritorno al passato – dice –. E ho rivisto Cesa, Tajani, Bonafè e tante altre vecchie conoscenze». L’obiettivo? «Portare l’esperienza europea in Parlamento. Nei contenuti, ma anche nei meccanismi e nei processi: meno ostruzionismo, più efficacia».
Per adesso De Monte si trova in un alloggio gestito dalle suore. E dalle suore ha trovato posto pure Pizzimenti («No, non le stesse di Isabella»), mentre Tubetti, via Booking, si è sistemata in un appartamento a un passo da Palazzo Madama e Matteoni in un B&B nelle vicinanze di Montecitorio.
Nella pattuglia regionale, dodici persone, otto deputati e quattro senatori, c’è un assente, Walter Rizzetto. «A volte il destino e le date scherzano ballando tra i ricordi, altre volte sono un segnale molto forte e non casuale», scrive su Facebook il coordinatore regionale di FdI facendo sapere di avere partecipato ai funerali della zia a Teglio Veneto.
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