Corsa a tre per la segreteria dem in Fvg: in campo Da Giau, Liva e Lenarduzzi
A farsi avanti, oltre ai due consiglieri regionali, anche il sindaco di Ruda. Martedì scade il termine per le candidature
TRIESTE Nel Pd si preannuncia un confronto a tre per il rinnovo della segreteria regionale. Alla disponibilità ufficializzata da Chiara Da Giau, si affianca ora quella di Renzo Liva. Il derby è tutto pordenonese, ma prende corpo anche il nome di un outsider: il sindaco di Ruda Franco Lenarduzzi. Difficile che i dem trovino un’intesa su un singolo nome prima dell’assemblea di sabato 29, quando quasi certamente si andrà alla conta.
Il tempo per il deposito delle candidature scadrà a mezzogiorno di martedì, data entro cui gli interessati depositeranno un documento programmatico e le firme di almeno dieci componenti dell’assemblea. A quel punto rimarranno quattro giorni affinché le trattative interne convincano a qualche passo indietro, ma i vecchi lupi di mare del partito ritengono difficile che si scongiuri il voto. Si confronteranno profili e piattaforme programmatiche diverse, con cui il Pd si presenterà ai potenziali alleati per la costruzione di un’alleanza tutta da articolare. L’assemblea chiede al nuovo segretario di guidare il partito fino alle regionali, per poi procedere al congresso.
Il rinnovo della segreteria per ora non coinvolge candidati della Venezia Giulia. La prima a venire allo scoperto è stata la consigliera regionale pordenonese Da Giau. In piazza Oberdan da due legislature e intenzionata a ripresentarsi, l’insegnante è anche consigliera comunale a Sacile. Arriva al Pd senza esperienze precedenti: nel partito si colloca tra i renziani di ferro e per un’attività riconosciuta sui temi dei diritti civili e dell’immigrazione. È sostenuta dall’ex deputato Paolo Coppola e dal segretario provinciale Giorgio Zanin, ma non da tutto il Pd pordenonese. Vicinanza è arrivata anche da Francesco Russo.
L’assemblea regionale è stata costruita 4 anni fa dopo l’elezione della segreteria unitaria di Cristiano Shaurli, che preferì non andare al voto contro Coppola, lasciandogli il 40% della rappresentanza nell’assise.Parte da tale quota Da Giau, che ha dalla sua la possibilità di aggregare il voto di genere, tanto più dopo l’ultima direzione Pd, quando ha concluso l’intervento con il taglio di una ciocca di capelli in solidarietà con le donne iraniane.
Liva pescherà nel restante 60%, che non è chiaro però come andrà suddividendosi. Anche lui pordenonese, originario di Roveredo in Piano, Liva è stato prima sindaco del suo paese e poi consigliere regionale nella legislatura della giunta Serracchiani, quando ha presieduto la Prima commissione. Con l’ex governatrice il bancario in pensione ha costruito un rapporto di fiducia, così come con l’uscente Shaurli, nella cui segreteria è stato responsabile per l’economia. Liva viene dal percorso Pci-Pds-Ds, ma la posizione riformista gli consente trasversalità. Da Trieste riceverà appoggio da Caterina Conti e Roberto Cosolini, mentre in Friuli è già certo il sostegno di ex popolari come Franco Iacop e Salvatore Spitaleri. Liva ha dalla sua il fatto che non intende correre per il Consiglio regionale, come parte dell’assemblea ha chiesto per avere una guida dedicata al partito.
Il terzo in campo è il sindaco di Ruda Lenarduzzi che, giunto al secondo mandato, aspira alle regionali. Cattolico democratico, passato per Dc, Ppi e Margherita, Lenarduzzi viene dalla Bassa friulana, ha contatti radicati nell’Isontino e dimestichezza di dialogo con la sinistra dem. Occupato come funzionario in Regione, è esperto di questioni ambientali e nell’Anci ha rappresentato una voce critica verso la giunta Fedriga. Nel Pd viene considerato vicino a Serracchiani e non dispiace a Russo. Non è escluso che il nome prenda quota, se si profilasse una mediazione.
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