Tisane e infusi: effetti benefici dalla melissa e dalla malva
Dai boschi fiori e foglie, le cui proprietà benefiche sono note fin dall'antichità, per preparare tisane utili contro i “nemici” della vita moderna, dallo stress alla mancanza di sonno, unendo gusto e proprietà detox. il territorio del Friuli Venezia Giulia è ricco di piante dalle proprietà fitoterapiche, che gli esperti raccolgono nelle aree verdi seguendo la loro stagionalità. Ma l'avvertimento è quello di evitare il “fai da te” se non si conoscono queste specie spontanee e affidarsi invece a chi ne conosce bene proprietà e caratteristiche, a partire dalle erboristerie o dai produttori stessi di tisane.
Siamo saliti a Cercivento, nel cuore di quel paradiso montuoso che è la Carnia: il borgo vanta una tradizione nelle tisane e infusi che si tramanda nelle famiglie, di generazione in generazione, da secoli. Il tutto grazie a una natura generosa e praticamente ancora incontaminata, che avvolge il paese in un verde abbraccio. In questo periodo dell'anno per esempio, grandi protagoniste nei prati sono la menta e la melissa, delle quali si utilizzano le foglie. «La melissa – ci racconta Loretta Romanin, presidente della cooperativa sociale agricola Taviele – ha proprietà calmanti per il sistema muscolare, per questo è riconosciuto il suo effetto antistress. Unita alle foglie di menta, dalle proprietà digestive, dà vita a una tisana che consiglio di prendere nel pomeriggio o dopo cena, per un benessere che favorisca anche il sonno».
Passando ai fiori, tutti sanno che la camomilla fa bene, ma le sue proprietà sono davvero molteplici. «Agisce – aggiunge Romanin – sulla mucosa dello stomaco con azione antinfiammatoria e per questo allevia, con il suo infuso, i disturbi gastrointestinali avendo al contempo anche una blanda azione sedativa e rilassante». La malva ha invece una grande duttilità, visto che di essa di usano sia fiori che foglie. «I fiori – spiega la presidente – hanno proprietà emollienti e sono utili per alleviare mal di gola e tosse, avendo pure una blanda azione lassativa. Unendo anche le foglie si ottiene un infuso dal gusto ancora più corposo».
Per chi volesse ammirare la fioritura di queste piante c'è tempo sino a fine agosto nei terreni coltivati dalla cooperativa: una realtà in cui anche il lavoro è terapeutico, visto che occupa persone con fragilità. La linea di infusi che producono è chiamata Saut, che in friulano carnico significa Sambuco. «Una pianta il sambuco – conclude Romanin – che ha molteplici proprietà e della quale si utilizzano tutte le parti: per questo una volta gli anziani davanti a esso si toglievano il cappello in segno di rispetto. Da non dimenticare che tra le erbe spontanee utilizziamo anche tarassaco e ortica.
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