Mangiare etnico: i piatti senza confini

Città di confine come Trieste e Gorizia sono piene di contaminazioni a tavola ma ormai il discorso si è allargato a tutto il Friuli Venezia Giulia

TRIESTE Anche la cucina più saporita del mondo a volte può stancare. Pasta, gnocchi, tortellini e pizza vanno sempre bene per il nostro palato ma gli italiani oltre a essere dei veri “gastronauti” amano esplorare nuovi territori culinari. Città di confine come Trieste e Gorizia, per esempio, sono piene di contaminazioni a tavola ma ormai il discorso si è allargato a tutto il Friuli Venezia Giulia e quindi anche a Udine e Pordenone. Da qualche anno l’esterofilia a tavola è una moda, una tendenza e di conseguenza anche un ricco business. Un tempo per trasgredire c’erano solo i ristoranti cinesi con le loro lanternine rosse e con il riso alla cantonese e i ravioli al vapore.

Dall’Oriente è arrivata anche la più fascinosa cucina giapponese, il sushi è entrato prepotentemente nella cultura culinaria di molti italiani. Per questo motivo stanno sorgendo locali nipponici come funghi e per tutte le tasche. Ma l’invasione non finisce qui. Gli chef balcanici ci hanno messo un attimo per varcare il confine. Sloveni e serbi in primis. A Trieste il carsolino Prunk ha aperto un grande punto vendita dove si trovano tutti i suoi prodotti. Ecco la cucina balcanica punta molto sulla carne molto speziata e accompagnata da salse piccanti.

Poi c’è il fenomeno del kebab, piatto turco di origine persiana per un pasto veloce, sbrigativo (anche in piedi) e di modesta spesa. Se ne trova ormai uno dietro quasi ogni angolo. Questa enorme carne che una volta i cavalieri infilzavano, tra storia e leggenda, con le loro spade. Molto apprezzata e consolidata la cucina greca per molti una garanzia: Moussaka, pita, tzatziki, soulaki, pietanze che si portano dietro il profumo di vacanze su qualche isola del Mediterraneo.

La cucina araba, tuttavia non è da meno: Hummus, Labneh, Manakish, abbouleh, Fattoush, Falafel, Shawarma le attrazioni a tavola e sta via via prendendo piede anche quella africana. A Trieste uno dei locali più “in”, è il libanese Adonis che non ha badato a spese puntando sulla qualità e su una buona accoglienza. Che sia araba, giapponese, o balcanica il giorno dopo si avverte già la nostalgia di un bel piatto di pasta.

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