C'è vita a Trieste - "Multe e divani", un anagramma che sa di premonizione
GIORNO 34 - 13 APRILE
Anagrammando 2020 si ottengono due risultati decisamente sorprendenti. Il primo è "multe e divani". In effetti se usciamo di casa rischiamo di prenderci una multa, se rimaniamo va a finire che per passare il tempo ci sdraia o sul divano davanti il televisore. Il secondo è un severo monito: "diventa umile!". E forse è proprio questo l'insegnamento principe del Grande Morbo al genere umano. Trascorsa la mattina di Pasqua a fare gli auguri telefonici ad amici e parenti. Il mio vecchio compagno di università Sandro R. che abita a Crema mi racconta:" Io sto bene, tutto sommato mi sento un privilegiato, con la campagna dietro casa dove posso andare a portare i miei cani. Però è dura, non entro in paese da 2 mesi. E quel che è peggio, ho perso un carissimo amico, Gigi, primario di chirurgia in pensione. Tanti anni fa, da neolaureato veterinario mi aveva insegnato ad operare e fatto assistere a numerosi suoi interventi in ospedale. Quante gite in motocicletta abbiamo fatto insieme nella nostra bella pianura padana! In marzo si è ammalato senza che avessi neppure la possibilità di un ultimo saluto. Solo una vittima tra le tante, un grande amico per me.
Alessandro Paronuzzi
"Hi,sono Chuck, come va a Cremona e voi lì a Trieste? “ Chuck è un caro amico californiano trasferitosi ad Honolulu , quando è andato in pensione qualche anno fa. A volte ricorda quando Nani più di un mese fa lo ha sconsigliato dall’andare in vacanza in Argentina per due settimane. A Cremona si era già nel pieno dell’ inferno. La mia città già famosa nel mondo per i violini e la sua scuola di liuteria stava venendo purtroppo alla ribalta per il coronavirus, quasi non si diceva ancora popolarmente Covid 19. Aveva visto anche lui su internet la foto dell’infermiera cremonese crollata addormentata sul computer dopo un turno notturno massacrante. La maggior parte delle persone, anche 300 al giorno, arrivava a sera al pronto soccorso quando la febbre saliva altissima.... “ Ma qui non c’è niente e in Argentina neppure.. solo qualche caso su nel Washington.....” , diceva“. È solo lì in Italia....”. Invece il piccoletto già serpeggiava ovunque in Europa, in USA e anche nel sud del mondo. Nel frattempo io già controllavo la mappa mondiale della diffusione del virus in tempo reale in modo compulsivo, anche 10 volte al giorno. In casa tutti mi sgridavano , per ‘casa‘ intendo anche a 400 km di distanza. Pochi giorni prima della partenza per l’Argentina, si è visto sulla mappa il primo puntino rosso sulle Hawaii, il primo caso, e i primi in Sud America. Già Chuck aveva deciso di non partire. Intanto crescevano di grandezza i pallini rossi nel Washington, arrivavano in California , i primi a New York e pian piano in tutti i 50 stati e persino ad Anchorage in Alaska. Quante telefonate ha ricevuto Nani dagli amici californiani, e più vicino dalla Germania, dall’Olanda, dalla Svezia, dalla Svizzera in quei giorni tremendi per Cremona. Ora è anche Nani che chiama loro per sapere come va. Un caro amico di Losanna comincia a stare meglio . Anche lui e sua moglie hanno avuto gravi problemi col Covid 19 . NOI RESTIAMO SEMPRE A CASA !!!!!!!
Cesarina Gigni
Oggi, lunedi di Pasquetta, guardando il calendario, ormai senza più nomi, né appuntamenti da ricordare, mi sono chiesta: “Da quanto tempo dura questo assedio?” La memoria inizia a tradirmi, comincio a confondere le settimane, i mesi, a stento distinguo un prima da un dopo. In queste settimane ci siamo distratti un po’ con tutto. Abbiamo fatto ordine fra le nostre cose finalmente liberandoci da quelle inutili, abbiamo ripreso in mano i nostri vecchi passatempi, abbiamo rivisto film e serie TV dimenticati, abbiamo giocato nuovamente con i nostri figli, abbiamo inventato nuovi menù, abbiamo telefonato agli amici lontani, abbiamo inviato messaggi di speranza e di sfiducia, abbiamo letto quella pila di libri che stava da anni sul comodino, siamo stati connessi per interminabili ore, abbiamo corso per chilometri sul balcone, abbiamo compilato liste intelligenti per la spesa, abbiamo viziato i nostri animali, ci siamo sentiti in pericolo, ci siamo commossi, abbiamo pianto, abbiamo oziato. Nel frattempo, ci siamo completamente scordati che molti dei nostri nonni sono stati per anni nelle fredde e luride trincee, in attesa che succedesse qualcosa, qualsiasi cosa. Una pallottola di un cecchino, un ordine avventato di attacco, la distribuzione del rancio, l’arrivo di una lettera, la corsa repentina di un ratto. Da anni i miei nonni non ci sono più e non ho nessuno a cui poter chiedere, posso solo sforzarmi d’immaginare come fosse la vita in quelle condizioni, senza nulla, forse un pacchetto di sigarette, una matita spuntata e tanti pidocchi da schiacciare tra le unghie. Forse è veramente trascorso troppo tempo da allora, ma oggi ci scopriamo ancora indifesi e impreparati, con la memoria affievolita e senza una forza interiore per affrontare questa lunga guerra di posizione. Intanto l’assedio continua, almeno fino al nuovo vaccino.
Rossana Braicovich
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