C'è vita a Trieste "Lo spettacolo della natura che si sta riprendendo i suoi spazi"

C'è vita a Trieste, nonostante le restrizioni imposte dalle norme per contenere la diffusione del coronavirus, che stanno cambiando la vita di tutti noi. Ecco chi ha voluto raccontare la propria esperienza, il proprio quotidiano della quarantena nelle giornate da "zona rossa". QUI TUTTE LE ALTRE PAGINE DEL DIARIO e QUI IL LINK CHE VI SPIEGA COME FARE PER MANDARCI I VOSTRI TESTI
Il lungomare di Barcola deserto
Il lungomare di Barcola deserto

GIORNO 16 - 26 MARZO

La natura si sta riprendendo i propri spazi in questi giorni di quarantena !!! Sono bastate tre settimane di regole sempre più stringenti per accorgerci di questo. Ieri sul Corriere della Sera ho visto una foto stupenda di un delfino completamente fuori dall’acqua davanti al castello di Miramare. Mi ha fatto bene all’anima. Spero abbia fatto lo stesso effetto a tanti. Veramente terapeutico ! Felice danzava sull’acqua, niente navi, niente petroliere , niente portacontainer a disturbarlo! Sono comparse le leprI in città a Milano . Ma quando mai?? Io non ho mai visto lepri a Milano in tanti anni vissuti la’ ,ma tanto smog ! Sabato scorso , appena prima dell’ulteriore stretta, un’ amica ha dovuto tornare urgentemente a Genova per motivi familiari. Sono ben 550 km da qui. È abituata a tale andare e venire. Ma quest’ ultimo viaggio è risultato proprio surreale. Era l’unica macchina su tutta l’autostrada . È stata fermata innumerevoli volte dalla polizia, dalla finanza , dai carabinieri e anche dai militari , giustamente. C’erano si’ tantissimi camion di derrate alimentari, ma quell’incessante sfrecciare di centinaia di migliaia di macchine era scomparso. Ciò che l’ha colpita maggiormente è stata la solitudine e una sorta di paura. Però l’aria così tersa l’ha riconciliata con la natura intorno a lei. Innumerevoli stormi di .uccelli volavano , creando giochi incredibili davanti a lei. Sembrava si sentissero più sicuri anche loro. Niente aerei sopra le loro testoline. Moltissimi si posavano addirittura sull’asfalto dell’autostrada poco spaventati dal traffico così ridotto. Pochi erano anche gli uccelli rapaci che di solito stazionano sui pali ai bordi della corsia di emergenza . Sono sempre in attesa del povero e incauto uccellino ucciso dalla macchina che sopraggiunge. Un piatto pronto senza tanto faticare.. Ma ciò che l’ha colpita di più è stato un gatto che tranquillo camminava lungo il bordo sicuro.Abbiamo mai visto un gatto in autostrada? Certamente al di là della rete ci sarà stata la sua casa. E per una volta avrà pensato che non era pericoloso scavalcare quella rete..... NOI CONTINUIAMO A STARE A CASA !!!!!!

Cesarina Gigni

 

Oggi Cuoricino non ha messo piede fuori di casa, neppure per fare la spesa. È riuscita comunque a fare i suoi 10 mila passi quotidiani tra le stanze dell'appartamento, mentre Lilly la osservava dal divano. Poi ha registrato una videolezione per i suoi studenti e si è dedicata a cucinare la torta Margherita che faceva nonna Bruna. In mattinata lunga chiacchierata telefonica con la mia cara amica Elettra, che ieri l'altro è riuscita a rientrare a Milano dall'Indonesia dopo un travagliatissimo viaggio durato tre giorni. Dal villaggio turistico dove si trovava ha fatto tempestoso ritorno assieme ad altri sei italiani. Uno di questi era arrivato sull'isola da Brescia, agli inizi marzo, dopo avere partecipato ad un funerale di una delle prime vittime del Grande Morbo. Con sintomi sospetti e improvvisamente aggravatosi durante il volo di rientro l'uomo è deceduto a Giacarta. Giunta a Milano la mia amica si è messa da sola in rigoroso autoisolamento. "I tamponi qui si limitano a farli a chi ha la febbre e sintomi che io per il momento non manifesto" ha raccontato. La sua voce squillante ed il tono ottimistico mi fanno ben sperare: ascoltare la sua vicenda mi ha fatto capire quanto vicino al contagio possa essere ciascuno di noi. Bisogna avere pazienza e rispettare il più possibile le regole di prevenzione che ci sono state dettate, senza avvertire come una vessazione. Fuori, la bora soffia ancora più forte di ieri.

Alessandro Paronuzzi

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