Emergency, il ritorno alla Barcolana 19 anni dopo: «Un messaggio che va oltre la vela»

Con Banti, Beccaria e Soldini su Ancilla Domini. La presidente Miccio: «Operiamo per la pace e i diritti»

Sara Del Sal
L’appuntamento targato Emergency al Miela (Silvano)
L’appuntamento targato Emergency al Miela (Silvano)

Torna Emergency in Barcolana, a 19 anni dall’ultima partecipazione. Allora era arrivato Gino Strada con Michelangelo Pistoletto che aveva lavorato a quello che era il manifesto della regata, con un mare arcobaleno, come ha ricordato il presidente Mitja Gialuz.

Oggi Emergency regaterà con Ancilla Domini, e con un equipaggio composto da velisti come Giovanni Soldini, Ambrogio Beccaria e la campionessa olimpica Caterina Banti insieme al capo missione della Life support Carlo Maisano. Tutti insieme per una causa che va oltre a vela. La presidente di Emergency, Rossella Miccio, introducendo “Una vela per Emergency” che si è tenuto sabato mattina al Teatro Miela ha infatti spiegato come l’impegno dell’associazione che compie 30 anni proprio in questo 2024 sia sempre stato importante. Sono 13 milioni le persone, vittime delle guerre, che sono state curate gratis.

«Il mondo è diverso dal 2005 – ha sottolineato Miccio – ma oggi ci sono 56 conflitti in corso. Inclusività, pace e rispetto dei diritti sono valori universali e vanno condivisi, come il diritto alle cure, che nelle strutture che abbiamo in Italia, viene garantito anche a quegli italiani che talvolta si ritrovano lasciati fuori dal sistema sanitario».

Tra le attività che Emergency ha intrapreso c’è anche quella di ricerca e soccorso nel Mediterraneo per salvare vite umane. «Un tempo era un mare di incontro e di scambio, oggi – ha concluso la presidente – è un cimitero liquido».

I velisti si sono messi in prima persona a servizio del prossimo, capendo la differenza fra stare in mare per vincere una gara e stare in mare per cercare di salvare dei naufraghi, localizzandoli in tempo e permettendo loro di essere curati. Maisano ha spiegato che nel 2021 ha trovato lui l’imbarcazione, che hanno allestito con un’area aperta in cui praticare dei triage e una parte inferiore con l’area ricovero che ha compiuto 24 missioni.

Beccaria ha spiegato come ad agosto si sia trovato in questa nave da 55 metri, con un equipaggio di 30 persone di cui 10 marittimi con il compito di cercare i naufraghi con il gommone. «Abbiamo salvato dei ragazzi siriani, di età media di 20 anni, che sembravano averne molti di più. Vedevamo nei loro occhi la gioia di avercela fatta, di essere riusciti in qualche modo a raggiungere l’Europa, ma noi sapevamo che il calvario per loro stava solo per iniziare di nuovo».

Soldini è naufragato due volte nella sua carriera. Una volta lo ha tratto in salvo un porta container con equipaggio tedesco e lo ha portato a Philadelphia, la seconda un equipaggio russo e filippino con una petroliera che era così grande da non riuscire ad attraccare al porto di Houston. Soldini in quel caso ha chiamato un elicottero che lo ha riportato a terra, ma si è reso conto che i naufraghi non sono tutti uguali e oggi più che mai sono un problema per chi li incrocia. «Questa riflessione si fa quando si viene salvati – ha aggiunto –, perché quando invece si salva qualcuno, domina la gioia». Oggi tuttavia non mancano gli esempi di situazioni in cui purtroppo – è stato sottolineato – viene minata una delle regole che da sempre hanno distinto la navigazione, ovvero il fatto di aiutare chi è in difficoltà a prescindere da provenienza e contesto.

Per la campionessa Banti quello che fa Emergency, portare aiuto, è una cosa bellissima, ma servono strutture, imbarcazioni e le persone, oltre ai fondi ma ognuno può contribuire a questo progetto. —

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