Siot punta sull’efficienza: 50 milioni di investimenti sull’oleodotto entro il 2024

Le strategie del gruppo che gestisce l’impianto transalpino. Il presidente Lilli. «Continuiamo a creare valore per questo territorio»

Piercarlo Fiumanò
Alessio Lilli
Alessio Lilli

TRIESTE Alessio Lilli è il general manager di Tal e presidente di Siot che gestisce l’Oleodotto Transalpino, un’infrastruttura energetica strategica per il Paese lunga 753 km che collega il porto di Trieste con il Centro Europa, provvedendo al fabbisogno petrolifero di Austria (al 90%), Repubblica Ceca (50%) e Germania meridionale (100%). Nel corso dell’anno da poco concluso sono transitati 37,2 milioni di tonnellate di petrolio nell’oleodotto Siot, una cifra in linea con quella dell’anno precedente, mentre sono state 402 le petroliere che hanno attraccato al Terminale Marino nel corso dell’anno. Abbiamo sentito Lilli durante la presentazione agli stakeholder del gruppo Tal del piano di sostenibilità della compagnia.

Previsioni per il 2023 fra tensioni geopolitiche e post pandemia?

«Quest’anno, alla luce delle richieste dei nostri clienti, puntiamo al traguardo degli oltre 40,5 milioni di tonnellate di greggio rispetto ai 37,1 milioni dello scorso anno. Un buon risultato in linea con gli ultimi due anni anche se siamo lontani dal record del 2017. Ha pesato il calo di approvvigionamento dovuto all’incidente che ha colpito nel giugno dello scorso anno la raffineria austriaca di Schwechat vicino Vienna che non ha potuto importare greggio per quattro mesi. Nel complesso posso dire che per la Siot gli ultimi due anni non hanno avuto ripercussioni così difficili e severe come per altre aziende del territorio».

L’oleodotto, che movimenta i due terzi del traffico complessivo del porto di Trieste, svolge un ruolo centrale in Europa sullo sfondo della sfida energetica innescata dalla guerra in Ucraina e dalla pandemia. Qual è l’andamento dei prezzi dell’energia?

«I prezzi sul mercato dell’energia sono scesi ai livelli del giugno-luglio del 2021. Una riduzione prevista. Ma non siamo ancora tornati alla normalità anche se abbiamo superato un periodo di grande stress sul mercato. Pensi soltanto al prezzo del gas che era schizzato oltre il 1000% di aumento mentre i costi dell’energia erano arrivati a circa il 700% di aumento. Oggi i valori sono ancora il doppio più elevati rispetto a quelli pre-Covid. Dobbiamo insistere sugli investimenti nella diversificazione delle fonti energetiche e puntare sull’innovazione per aumentare la competitività del nostro Paese in Europa».

L’impatto economico del gruppo in Italia?

«L’impatto economico di Siot sull’economia triestina vale 84,5 milioni mentre l’indotto generato nel Paese dal gruppo Tal raggiunge i 230 milioni con la creazione di 650 posti di lavoro».

Può fare il punto sugli investimenti nell’infrastruttura triestina?

«I progetti di investimenti sono in linea con il programma approvato dal gruppo Tal prima di Natale. Procede nei tempi la realizzazione del nostro piano di investimenti per tutte le società del gruppo da oltre 100 milioni di euro entro il 2024, una cinquantina dei quali sono destinati alla Siot per garantire il massimo livello di efficienza dell’infrastruttura triestina. Continuiamo a creare valore e infrastruttura per la regione Friuli Venezia Giulia e per Trieste».

Come sta andando l’economia tedesca?

«L’economia tedesca ha una forte resilienza non paragonabile a quella dell’Italia».

L’impatto della guerra in Ucraina?

«Il mercato petrolifero è estremamente resiliente e capace di adattarsi velocemente ai repentini cambiamenti geopolitici.

La Tal sta realizzando sette cogeneratori in quattro siti della regione fra cui San Dorligo della Valle. Come valuta il processo di riconversione dell’industria europea nelle fonti energetiche alternative?

«Oggi gran parte dei processi produttivi in Europa avvengono attraverso i combustibili fossili che sono gas e derivati del petrolio. I cogeneratori sono tra i principali strumenti per garantire la transizione ecologica e il loro uso favorisce la creazione di una nuova figura, il prosumer, colui che produce e consuma.

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