Il Mar Mediterraneo diventi un laboratorio di crescita e occupazione
TRIESTE Gli scenari geopolitici e marittimi si stanno ridefinendo alla luce dagli eventi imprevisti e imprevedibili di questi ultimi anni, dominati dall'accelerazione dei processi di cambiamento in corso. In questo nuovo contesto, stiamo vivendo un processo di profonda trasformazione e, nello scenario generale mondiale, riscontriamo che sempre di più il commercio via mare rappresenta l’ossatura degli scambi commerciali.
Il Mediterraneo è tornato al centro delle rotte e, in quest’ottica, l’Italia è strategica, sia per destino geografico che per capacità di reazione. Teniamo presente che la maggior parte delle merci nel mondo viaggia via mare.
Come detto, l’Italia è al centro del Mediterraneo anche se il rapporto che l’Italia, nella sua storia, ha avuto con il mare che la circonda non è sempre stato centrale. Si è progressivamente sviluppato un atteggiamento di distacco dal Mediterraneo, invocando l’Europa. La grande sfida sarà cogliere la nuova centralità del Med con il riequilibrio di interessi economici e sociali verso Sud Europa.
La reazione del mercato ai nuovi scenari è stata accorciare la filiera logistica per un maggiore controllo della catena produttiva da parte delle impresa anche con la creazione di scorte di magazzino, esaltando la navigazione a corto raggio.
In questo contesto, l’area adriatica riveste un ruolo molto importante proprio per ciò che rappresenta anche in termini di Autostrade del Mare e Short Sea Shipping nel rinnovato ruolo dell’Italia nel Med. Abbiamo molte eccellenze in quest’area sia per la movimentazione delle merci, che per il traffico passeggeri sia traghetti che crociere.
Per questo motivo, dobbiamo lavorare sodo per modernizzare l'Italia, avviando prima possibile i cantieri, per vedere rafforzarsi anche l'occupazione. Gli obiettivi del Pnrr e del Fondo Complementare vanno nella direzione della modernizzazione del Paese, passando attraverso riforme che segneranno il futuro di tutti. I grandi temi affrontati, le notevoli risorse stanziate vanno verso tre grandi direttrici: infrastrutture, info-strutture (digitalizzazione) e sostenibilità non solo ambientale ma anche economica e sociale.
Per garantire un cambiamento che sia sostenibile anche a livello sociale vanno riportate le risorse umane al centro di ogni strategia: il capitale umano è la cosa più importante all'interno dello sviluppo di qualsiasi attività. Occorre insistere sulla qualità del lavoro e una rinnovata consapevolezza del valore del lavoratore, per evitare di relegare il lavoro ad una semplice “commodity” senza identità.
* L’autore è presidente di Assoporti
Riproduzione riservata © Il Piccolo