Dalla Polonia fino al Mar Baltico Autamarocchi sbarca in nuovi mercati
In tre anni l’azienda leader nel trasporto container è cresciuta del 40% portando a 24 il numero delle unità locali
TRIESTE «C’è una Port Community dietro la crescita di Trieste, ed è grazie a questo nuovo approccio che si raggiungono i risultati. Terminal, agenti marittimi, spedizionieri, doganalisti, trasportatori e imprese ferroviarie. Poi l’Autorità di sistema portuale, l’Agenzia delle Dogane, la Guardia di Finanza. Grazie alla visibilità internazionale che ha saputo dare al porto il presidente Zeno D’Agostino assieme al governatore Massimiliano Fedriga. Un’armonia per nulla scontata dove tutti rimano nella stessa direzione a partire dal sindaco Roberto Dipiazza. Ma è l’intero sistema Alto Adriatico che sta crescendo».
Ne è convinto il presidente di Autamarocchi, Oscar Zabai, perchè questa “armonia” con il decollo dei traffici in Adriatico sta facendo crescere anche l’azienda «diventata più europea perché la nuova geografia economica pone Trieste non più ai margini, ma al centro dell’Europa». Un fattore determinante per Autamarocchi «capace di crescere del 40% in tre anni - continua Zabai - superando la soglia dei 200 milioni di ricavi. Nessuna alchimia, solo una corretta interpretazione del mercato cambiato con una velocità mai vista prima e nel quale l’azienda ha saputo ricollocarsi con nuove iniziative».
Un percorso iniziato con l’estensione dei servizi di trasporto container a Slovenia e Ungheria, poi Croazia, Austria e più recentemente Turchia, Polonia e Germania. «Negli ultimi anni abbiamo intensificato l’attività su questi mercati sino a diventare protagonisti - conferma il presidente -. La nostra azienda 37 anni fa è partita da Trieste, ma è diventata leader di mercato nel trasporto container in Italia anche su piazze molto competitive come Genova, La Spezia, Livorno, Venezia. Oggi sono 24 le nostre unità locali ed altre ne stiamo aprendo».
Molto dinamico poi il “recente” percorso del trasporto FTL (trasporto a carico completo su strada e intermodale). «Sfidare nuovi mercati non è mai facile - aggiunge Zabai - ma in pochi anni il trasporto intermodale con la Turchia (combinato marittimo) ci ha portato ad essere la prima azienda italiana nel settore. Efficace organizzazione e grandi capacità operative utilizzate anche dalla Protezione civile Fvg per gli aiuti alle popolazioni terremotate in Turchia». Superare i confini ha portato Autamarocchi in nuovi paesi, come conferma la recente apertura di una “controllata” in Polonia a Lodz e una seconda unità operativa a Gdynia, sul Baltico. È comunque l’intero sistema Alto Adriatico che sta crescendo in termini di traffici e interesse.
«Sistema è la parola giusta - spiega il presidente - da un lato l’Alto Adriatico è il corridoio marittimo che si incunea nel Centro Europa. Dall’altro avere due grandi porti come Trieste e Capodistria a cui si aggiungono Venezia e Fiume favorisce quest’area». Tra i corridoi quello della Turchia è forse il più interessante. «Trieste è il punto focale, il baricentro dei traffici da e per la Turchia verso l’Europa- conclude Zabai - grazie ai collegamenti marittimi di compagnie come Dfds e Ulusoy e ferroviari con l’Europa di Alpe Adria. In pochi anni abbiamo instaurato relazioni importanti con le grandi società logistiche turche, diventando così protagonisti per servire il mondo della logistica e dell’industria».
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