Adriatic Sea Summit a Trieste, il ministro Salvini: “Entro l’anno la riforma dei porti”

L’allarme di D’Agostino (Authority di Trieste): “Il futuro dei porti nelle mani di un algoritmo”. Il presidente del Fvg Fedriga: “Il Paese difenda porti e logistica”. Rossi (Authority di Ravenna): “Non esiste un’emergenza cinese”

Francesco Ferrari, Alberto Quarati
Un momento del Summit (Silvano)
Un momento del Summit (Silvano)

TRIESTE "Entro la fine dell'anno ma forse anche prima avremo la riforma dei porti. Non può essere un algoritmo a prendere il posto delle autorità portuali", ha detto il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini intervenendo in video collegamento con Trieste dove si è svolto l’Adriatic Sea Summit organizzato dal Piccolo e dal Secolo XIX nel capoluogo giuliano. "L'obiettivo, d'accordo con Edoardo Rixi con cui sto lavorando insieme con diversi operatori, è entro la fine dell'anno, o prima, dare certezza", ha spiegato Salvini. Le caratteristiche: "Autonomia per rispettare la vocazione di ogni Autorità; limitare il canone al minimo; concessioni perché non può essere un algoritmo o un'authority a decidere le concessioni per le singole Autorità portuali". Infine, interventi normativi di sburocratizzazione.

L’allarme di D’Agostino (Authority di Trieste): “Il futuro dei porti nelle mani di un algoritmo”

Zeno D’Agostino, presidente del porto di Trieste, durante la prima sessione dell’incontro, lancia l’allarme sulle nuove linee guida sul regolamento delle concessioni e afferma: “Stiamo affidando a un algoritmo dell’Autorità di regolazione dei Trasporti l’affidamento delle future concessioni: questa sin qui è la vera riforma dei porti che è stata fatta fino a questo momento. Il modello spagnolo “addavenì”, al primo gennaio 2024 ci sarà un algoritmo che deciderà a chi affidare le concessioni nei porti, senza guardare se il soggetto è russo, cinese, o altro”.

E’ un incontro, quello di Trieste, che sta mescolando elementi di politica nazionale e internazionale sempre più interconnessi. Come ha ricordato in apertura il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, l’Adriatico oggi può essere la porta Sud dei Paesi baltici chiusi a Est dalla Russia, e il mezzo che garantisce la sicurezza di questi collegamenti, dice D’Agostino, è la ferrovia: “Lo abbiamo visto con la pandemia: con le frontiere chiuse, questa è stata l’unico mezzo di collegamento con la Slovenia e la Croazia. E solo a Trieste stiamo investendo sulla ferrovia 270 milioni. Ma i tempi di oggi non consentono di fare un solo piano. Purtroppo servono dei Piani A, Piani B, Piani C e anche Piani D”. E’ quello che sta facendo Venezia, come dice il presidente dello scalo Fulvio Lino Di Blasio, scalo che deve affrontare le ultime limitazioni definite dal governo alle crociere (“nonostante queste rappresentino il 2,5% del totale, quindi non sono le navi che contribuiscono al fenomeno dell’overtourism”), ma anche forti investimenti per le rinfuse, la conversione delle aree ex Montesyndial ai container per effetto della transizione energetica, ma anche il rilancio dello scalo lagunare come porto delle Autostrade del mare. Daniele Rossi, presidente del porto di Ravenna e principale scalo rinfusiero d’Italia, ha ricordato la differenziazione degli approvvigionamenti di materie prime per le industrie della ceramica, con l’ammortizzazione dei costi dovuti ai dragaggi.

Boštjan Napast, amministratore delegato del porto di Capodistria, chiarisce che lo scalo non ha grandi traffici con l’Ucraina, e sottolinea però l’importanza della collaborazione tra scali adriatici attraverso la Napa: “In 10 anni abbiamo triplicato tra tutti i traffici container”. Denis Vukorepa, direttore esecutivo del porto di Fiume, ha ricordato dei disagi del suo porto durante la guerra tra 1993 e 1994 e le riforme attuate da quei tempi.

Gli interventi

"Il Paese deve difendere il sistema logistico nazionale, soprattutto in un momento geopolitico come quello che stiamo vivendo. Perché è il sistema logistico la chiave dello sviluppo della nostra economia". Lo ha detto il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga aprendo i lavori del primo Adriatic Sea Summit in corso a Trieste. In sala più di 350 persone per assistere all'evento organizzato da Il Secolo XIX, Il Piccolo, L'Avvisatore Marittimo e The MediTelegraph.

Tra gli ospiti del summit il presidente dell'Autorità portuale di Venezia, Fulvio Lino Di Blasio: "Le crociere prima della decisione di interromperle generavano il 2,5% del turismo a Venezia, praticamente nulla. Il tema dell'impatto sulla città va affrontato, ma non sono certo le crociere che portano overtourism a Venezia. Da parte nostra, cerchiamo di fare entrare i crocieristi in punta di piedi in città": ha detto Di Blasio.

Poi è intervenuto Bostjan Napast, presidente del porto di Koper/Capodistria: "La guerra in Ucraina non ha avuto un impatto significativo sul nostro porto. Anzi: la crisi internazionale ci ha dato la possibilità di sviluppare nuovi traffici soprattutto nei settori container e automotive. Il 2022, non a caso, è stato per noi un anno eccezionale. Ma vorrei sottolineare quanto è importante organizzare eventi come quello di oggi a Trieste. L'alleanza fra porti adriatici è importante se vogliamo davvero fare concorrenza al Nord Europa. – ha continuato Bostjan Napast – Scegliere i porti del Nord Adriatico è la più green delle scelte perché consente di risparmiare dai 5 ai 7 giorni di navigazione rispetto ai porti nordeuropei e abbattere il 50% delle emissioni di CO2".

Denis Vukorepa, direttore esecutivo del porto di Rijeka/Fiume, ha ricordato gli impatti della guerra nell'ex Jugoslavia sulla portualità, tracciando un parallelo con l'attuale situazione in Ucraina: "Abbiamo dovuto recuperare 20 anni di tempo perso. Nel 2013 siamo riusciti a entrare nel grande circuito dei porti grazie al Napa, l'associazione dei porti del Nord Adriatico. Quando ci presentiamo in Cina, se conoscono Rijeka è grazie agli sforzi del Napa”.

"C'è molta emotività quando si parla di investimenti cinesi nei porti. – ha detto Daniele Rossi, già presidente di Assoporti e attuale numero uno del porto di Ravenna – Se ci sono motivi di sicurezza, l'Autorità portuale ha tutti gli strumenti per impedire un investimento o un insediamento. Dirò di più: anche una concessione già rilasciata può essere revocata. Non vedo un problema di appropriazione dei porti. Ripeto: non esiste un'emergenza cinese. È solo una questione emotiva e politica", ha spiegato Rossi.

"Se saranno i cinesi a gestire il nostro nuovo terminal container? Mai dire mai. Ci sarà un bando internazionale, staremo a vedere. Dico solo che il 70% della merce che arriva a Rijeka è cinese" ha detto Vukorepa.

"La riforma dei porti c'è già stata qualche settimana fa", ha detto provocatoriamente Zeno D'Agostino, presidente del porto di Trieste e numero uno dell'Espo, associazione dei porti europei. "È stato deciso che le concessioni portuali le delibera Art (Autorità di regolazione dei trasporti, ndr) con un algoritmo. In pratica sarà Art, da Torino, a decidere in autonomia se una società russa può ottenere una concessione portuale. Una decisione incredibile, che estromette sia le autorità portuali sia il governo dalle decisioni”.

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