L’abbraccio dei friulani ai funerali di Papa Francesco: «Vissuto un momento di fede importante»

Oltre 200 adolescenti udinesi in piazza San Pietro per le esequie. Presente anche l’arcivescovo di Udine Riccardo Lamba. Don Morettin: «I ragazzi hanno capito di essere dentro in un contesto storico»

Christian Seu
I duecento adolescenti udinesi in piazza San Pietro
I duecento adolescenti udinesi in piazza San Pietro

Doveva essere una festa. E a suo modo, per chi crede («La fede ci libera dall’orrore di dover ammettere che tutto finisce qui», aveva detto a ottobre, durante un’udienza generale, papa Francesco), lo è stata. I ragazzi che hanno raggiunto Roma nelle scorse ore provenienti dalle parrocchie della provincia di Udine si attendevano di celebrare il loro Giubileo, quello degli adolescenti, in maniera certamente differente.

Non la canonizzazione di Carlo Acutis, ma l’ultimo saluto terreno al Pontefice argentino è il pezzetto di storia che i teenager serberanno nella mente e nel cuore. Ore e ore di viaggio, in compagnia di catechisti, educatori e dell’arcivescovo Riccardo Lamba, per onorare la memoria del “loro” Papa: quando il cardinal Bergoglio saliva al soglio di Pietro, dodici anni fa, alcuni di loro erano appena nati.

In piazza san pietro

Oltre 250 mila persone hanno gremito piazza San Pietro. I duecento giovanissimi friulani, con i loro accompagnatori, sono riusciti a farsi abbracciare dal colonnato del Bernini, a poche decine di metri dunque dall’altare allestito sul sagrato e dai posti riservati ai grandi della terra. Da qui hanno assistito al rito delle esequie presieduto dal decano del Collegio cardinalizio, Giovanni Battista Re, osservando le immagini scorrere su uno dei tanti maxischermi.

Ai microfoni di Radio Spazio, l’emittente diocesana, Letizia, dodicenne di Basaldella, ha raccontato di vivere «una delle prime esperienze fuori casa. È stato un evento bello, non è una cosa che si vive tutti i giorni. Essere qui con gli amici mi ha reso molto felice». «I miei genitori erano d’accordo per farmi partecipare, nonostante l’esperienza brutta della morte del Papa», ha spiegato.

 


I funerali del Papa visti dal maxischermo del duomo di Pordenone

Il coetaneo Giovanni, di Pavia di Udine, concorda: «Sto passando una bella esperienza con il gruppo diocesano. È vero che questa circostanza, la morte di Papa Francesco, ha cancellato diversi appuntamenti come la canonizzazione di Carlo Acutis. Ma nonostante questo sto vivendo un momento di fede importante, che capita poche volte nella vita. Questa Messa è stata importante per aver dato un ultimo saluto a Papa Francesco. Un Papa buono, che ha unito tutti. Io sono nato nell’anno in cui è diventato Papa».

«Dentro la storia»

«Eravamo preoccupati di non riuscire ad arrivare in piazza San Pietro. Invece – racconta don Daniele Morettin, responsabile della Pastorale giovanile diocesana – siamo riusciti ad assistere al funerale proprio dalla piazza». E da lì hanno partecipato alla funzione religiosa, «certamente lunga per dei ragazzi così giovani e anche “difficile”, considerato l’ampio ricorso al latino.

 

Un'immagine scattata dal gruppo che dal Friuli ha raggiunto piazza San Pietro
Un'immagine scattata dal gruppo che dal Friuli ha raggiunto piazza San Pietro

Ma i nostri adolescenti hanno capito di essere dentro un evento epocale, storico per la Chiesa e per il mondo», sottolinea don Daniele, che oggi ripartirà da Roma assieme ai giovani. Nlela in piazza San Pietro è in programma la messa in suffragio del Papa, la prima dei novendiali, che in qualche maniera supplirà alla celebrazione inizialmente prevista nel programma del Giubileo degli adolescenti.

I seminaristi

«Cristianamente, il seme di muore e che dà la vita è segno di speranza», ha raccontato al settimanale diocesano Vita Cattolica Matteo Ranieri, seminarista friulano in servizio a Feletto Umberto, al termine dei funerali. «Trovare in questa piazza tanti giovani, ma anche sacerdoti e consacrati è davvero significativo», spiega il giovane seminarista.

«Ora il Giubileo degli adolescenti prosegue nella sua ordinarietà: ci sono piazze di Roma con animazione e momenti di gioia, tranne la festa prevista al Circo Massimo che è stata annullata. Abbiamo incontrato giovani dalla Spagna, da altre parti d’Europa, ovviamente dall’Italia: è bello riconoscersi in esperienze ecclesiali simili». Assieme a Ranieri un altro seminarista, Francisco Garzon Medina, sudamericano di origine ma friulano di adozione.

«Grazie al Giubileo degli adolescenti tantissimi latinoamericani si sono riversati a Roma, a San Pietro, anche per salutare Papa Francesco – ha spiegato –. Una cosa che mi tengo stretto è uno dei suoi scritti programmatici, Evangelii Gaudium: “La realtà è superiore all’idea”. Accogliere la realtà è la prima cosa, ed è un elemento molto “sudamericano”. Lo stesso cardinale Bergoglio, quando era in Argentina, premeva molto su questo». 

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