La Cgil scende in piazza per la sanità: «Chiediamo una svolta»
Presentata la manifestazione di venerdì 4 aprile a Trieste, un corteo da Largo Barriera a piazza Oberdan, sotto la sede del Consiglio regionale

Tra una stoccata all’assessorato regionale e un’altra alla Uil, la Cgil Fvg, con il segretario confederale Michele Piga e la segretaria Fp Orietta Olivo, ha presentato a Udine la manifestazione di venerdì 4 aprile a Trieste, un corteo da Largo Barriera a piazza Oberdan, sotto la sede del Consiglio regionale, «per chiedere una svolta».
La riduzione degli organici
La prima preoccupazione, denuncia Piga, «è che un over 65 su quattro in Fvg abbandona le terapie». E poi c’è la carenza di personale. «Negli ultimi anni abbiamo perso il 5% dei medici e il 10% degli infermieri, nei prossimi cinque il 25% dei lavoratori attualmente in servizio andrà in pensione», è la sintesi del segretario generale, mentre Olivo cita il milione di ore di straordinario del Ssr nel 2024. Una situazione, ha proseguito la segretaria Fp, «aggravata dalla mancanza di interventi, anche regionali, volti a rendere più attrattive le prestazioni sanitarie: nessuna politica di riduzione delle tasse universitarie, nessun incentivo economico o per l’accesso alla casa, una proposta di rinnovo del contratto nazionale, respinta dalla Cgil, che riconosce un incremento retributivo medio di appena 50 euro, a fronte di un’inflazione galoppante».
Il gelo con la Regione
Quindi, i rapporti con la Regione: un perdurante attrito. «Abbiamo a più riprese tentato di aprire un confronto – ricostruisce Piga –, sforzo finora vano. Il protocollo per le relazioni è stato anzi pesantemente criticato dall’assessore Riccardi, che però non ha fatto alcuna controproposta». Evidenziata la richiesta, tra l’altro, «di valorizzare la sanità pubblica anche attraverso un’adeguata remunerazione dei lavoratori, compresi quelli degli appalti», la preoccupazione estrema, aggiunge Piga, «è che si finisca con il privatizzare, sul territorio, Distretti e Case della Comunità».
Il corteo
Di qui la manifestazione del 4 aprile, «aperta alla partecipazione e al contributo di tutti», un passaggio rivolto soprattutto a chi, la Cisl, non ha escluso di essere presente. Ad amplificare il grido d’allarme, i comitati aderenti al Coordinamento Salute Fvg. «Duecentomila persone senza medico di base, lunghissime attese nei reparti di Ps, che contano 400 mila accessi l’anno, una spesa media annuale di mille euro per i cittadini della regione, tra le più alte d’Italia, per l’accesso alle prestazioni della sanità privata, il depotenziamento dei distretti e della sanità territoriale, soprattutto in montagna», le criticità snocciolate dalle rappresentanti di Trieste, Udine e Pordenone, Maria Grazia Cogliati Dezza, Maria Angela Bertoni e Adelina Zanella.
Lo scontro
Quanto allo scontro in atto con i segretari della Uil Fpl e del Nursind, che hanno preso le distanze dalla manifestazione, attribuendole finalità “elettorali” rivolte all’imminente rinnovo delle Rsu, dura la replica di Olivo: «Fatichiamo a comprendere simili prese di posizione, a meno che la Uil Fpl sia diventata un contenitore della Uil».
Rispetto al confronto di lunedì 31 marzo all’ospedale di Monfalcone, proposto proprio da Uil e Nursind, sull’unificazione dei fondi delle due aree di Asugi, la Fials Fvg, con il segretario Fabio Pototschnig, aggiorna intanto la sua posizione: «Dopo i volantini denigratori diffusi in questi giorni, stiamo valutando se sia opportuno o meno partecipare».
Prove di intesa
La stessa Fials, con Cgil e Cisl, ha inoltre ieri congelato lo stato di agitazione proclamato a seguito dell’assemblea sindacale con il personale del Ps di Cattinara. In Prefettura a Trieste, fanno sapere Francesca Fratianni (Cgil), Giorgio Iurkic e Romina Dazzara (Cisl), Enrico Era e Andrea Zirafa (Fials), il tentativo di conciliazione ha avuto un sostanziale esito positivo di fronte all’apertura di Asugi a risolvere i problemi segnalati. Determinante l’apertura dell’Azienda, con l’assunzione in queste ore di 3 oss. —
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