Rischio amianto su 16mila edifici in Friuli Venezia Giulia

Valeria Pace

TRIESTE Sono ben più di 16 mila gli edifici in Friuli Venezia Giulia con tetti o coperture in Eternit. Questa è la cifra che emerge dalla mappatura che la Regione sta effettuando fotografando anche con droni il territorio, un’operazione che costituisce un unicum in Italia ed è iniziata nel 2019.

Per il momento sono state raccolte le immagini aeree di 30 territori comunali che rappresentano una zona dove risiede il 62% della popolazione. Avere un riscontro fotografico permette di conoscere dove si trovano le situazioni critiche, cioè dove l’amianto è degradato e pone un rischio concreto per la salute (si tratta circa del 10% dei tetti rilevati) permettendo ai Comuni di intervenire per imporre al cittadino di procedere alla rimozione, in prima battuta con una lettera informativa poi con un’ordinanza. Sulla base di queste cifre, la proiezione è che in Friuli Venezia Giulia ci siano in totale oltre 27 mila punti di varia estensione con coperture contenenti amianto, dal pollaio al capannone a intere aree portuali.

Le azioni

Per favorire la bonifica del territorio la Regione ha stanziato complessivamente 19 milioni di euro dal 2019 ad oggi a favore di Comuni, privati e imprese e ha attivato la mappatura fotografica del territorio. In particolare, 2,8 milioni sono stati messi in campo per il triennio 2024-2026 per le sole abitazioni private. Ma le rimozioni stanno avvenendo a ritmi sostenuti e hanno subito nell’ultimo anno una forte accelerazione anche a causa dei fenomeni climatici estremi che hanno colpito il Friuli Venezia Giulia, come la grandinata della scorsa estate, che ha danneggiato molte di queste coperture. La Regione dunque stima che in tempi non lunghissimi si potrà arrivare a una situazione in cui si ridurrà drasticamente il numero di coperture in amianto, arrivando a poche migliaia. Un risultato notevole nel panorama nazionale, visto che «altre Regioni non hanno né un catasto» delle coperture in amianto e dunque non hanno cifre che descrivano la dimensione del problema né «linee contributive comparabili a quelle messe in campo da noi», sottolinea Flavio Gabrielcig, direttore della Direzione centrale Difesa dell’ambiente. Questo è un tema che «la Regione ha affrontato con determinazione e senza lesinare risorse», specifica l’assessore regionale all’Ambiente, Fabio Scoccimarro, in quanto ha «effetti diretti sia sull’ambiente che sulla salute dei cittadini».

La situazione

«Negli ultimi quattro anni sono stati fatti 15 mila interventi di rimozione», spiega Gabrielcig, un risultato notevole soprattutto per il fatto che non c’è «l’obbligo per il cittadino di rimuovere coperture in Eternit se si trovano in buono stato di conservazione» in quanto esso è pericoloso per la salute soltanto quando si degrada. Si tratta però di un materiale «fragile» e che facilmente viene danneggiato anche da «grandinate e nubifragi», prosegue Gabrielcig. Una forte accelerazione nel ritmo delle rimozioni delle coperture in Eternit si è vista nell’ultimo anno, probabilmente causata appunto dagli eventi climatici estremi dell’estate scorsa, ed emerge chiaramente guardando alle domande di finanziamento pervenute agli uffici di Gabrielcig da parte delle imprese: «A febbraio sono arrivate 530 istanze, più del doppio di quelle che venivano normalmente presentate. Storicamente davamo contributi per 2 milioni di euro circa, quest’anno dovremo trovare risorse per 5 milioni di euro», precisa il direttore regionale.

L’iter

Ieri è stata presentata la procedura da seguire perché immobili privati, sopratutto case e condomini, possano accedere ai finanziamenti. Un criterio essenziale per ricevere contributi è che questi immobili siano registrati nell’Archivio regionale amianto. Pertanto se il cittadino non abita in uno dei 30 comuni già mappati deve procedere a comunicare ad Arpa la presenza di amianto in «matrice compatta» (ossia è integro e non pericoloso per la salute) oppure informare l’Azienda sanitaria competente se l’amianto è libero o in «matrice friabile».

Il contributo che viene concesso dalla Regione è del 50% della spesa sostenuta e ammissibile (dove rientrano non solo le operazioni di rimozione, trasporto e smaltimento, ma anche gli oneri sostenuti per le analisi di laboratorio) senza un tetto di rimborso. Le domande si presentano online dall’1 gennaio al 31 luglio di ogni anno, e possono essere presentate dal professionista che ha in carico la pratica con la delega del cittadino proprietario o locatario. Dal 2019 al 2023 sono state 3.265 le istanze di finanziamento per questa classe di edifici.

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