Regione, giovedì la nuova giunta: confermate agli uscenti le deleghe del Fedriga I

Ennesimo vertice a Trieste tra il governatore e i vertici delle forze di centrodestra. Definire le rose dei nomi. In casa FdI resta da sciogliere il nodo Basso-Amirante
Marco Ballico

TRIESTE. Si son dati tre giorni di tempo da ieri per chiudere la trattativa. L’intenzione, emersa a Trieste dal vertice del centrodestra che ha vinto le elezioni regionali, è di presentare la nuova giunta giovedì. I nomi? Dopo una settimana dedicata alla linee guida, sono calati sul tavolo e nelle prossime ore si tratterà di abbinarli alle deleghe.

Incastro possibile

Un incastro possibile, secondo i protagonisti, senza attriti. Tendenzialmente, con gli assessori uscenti che dovrebbero vedere confermati gli incarichi della precedente legislatura, anche se i partiti hanno comunque avanzato più richieste sulle competenze ritenute importanti.

In piazza Unità, come venerdì scorso, si ritrovano il rieletto presidente Massimiliano Fedriga, il portavoce Edoardo Petiziol, il segretario regionale leghista Marco Dreosto, il ministro Luca Ciriani e il coordinatore Walter Rizzetto per Fratelli d’Italia, Giulia Manzan per Autonomia responsabile e Angelo Compagnon per l’Udc. In collegamento video Sandra Savino per Forza Italia. Le bocche restano sostanzialmente cucite. Dreosto si limita a dire che «è andato tutto bene, abbiamo esaminato con il presidente le prospettive dell’amministrazione». Manzan aggiunge: «Dobbiamo continuare l’ottimo lavoro sin qui portato avanti». Non manca la dichiarazione comune sul clima, «molto positivo» come già assicurato al termine delle precedenti riunioni.

Sicuri Bini, Rosolen e Roberti

Per quanto riguarda i papabili, è stato ribadito lo schema di partenza di una giunta che dovrebbe essere per due terzi la stessa che ha governato il Friuli Venezia Giulia dal 2018 al 2023. Fedriga punterebbe dunque nuovamente su Sergio Bini, Alessia Rosolen e Pierpaolo Roberti, al netto di una quarta casella che è potenzialmente nelle sue mani visti i 65 mila voti extraliste conquistati il 2 e il 3 aprile. Non dovrebbero esserci sorprese sul fronte delle deleghe: è altamente probabile che Bini si veda riassegnare le Attività produttive e il Turismo, che Rosolen torni a occuparsi di Lavoro e Istruzione e Roberti di Autonomie, Personale e Sicurezza.

L’allargamento a Calligaris

Nomi ormai noti anche quelli della Lega, che con Marco Dreosto avrebbe messo in campo gli uscenti Barbara Zilli (Finanze), Stefano Zannier (Agroalimentare) e Sebastiano Callari (Patrimonio), con l’allargamento della rosa anche ad Antonio Calligaris (il più votato nel collegio di Gorizia con 942 preferenze) e al capogruppo Mauro Bordin. I sussurri danno un testa a testa tra Callari e Calligaris (con il primo forse in vantaggio) e Bordin con più chance di diventare il presidente del Consiglio che non un componente della giunta.

Nella rosa pure Scoccimarro

A fare i nomi anche FdI. Nella rosa ci sono il triestino Fabio Scoccimarro, la cui posizione non è in discussione visti anche gli accordi romani contestuali alle candidature delle politiche di settembre, l’ex sindaco di Rivignano Teor Mario Anzil e l’assessore all’Urbanistica di Pordenone Cristina Amirante. Nel Pordenonese una parte dei meloniani preferirebbe in realtà giocare la carta Alessandro Basso, ma Amirante, oltre a essere considerata adeguata alla gestione delle Infrastrutture, risolve anche la questione quote rosa (servono tre donne in giunta, una a testa tra la lista del presidente, Lega e FdI).

Riccardi al bis con la Sanità

Detto che i berlusconiani hanno ufficializzato con Savino il nome di Riccardi (che rimane favorito per il bis alla Salute), l’unico nodo è dunque interno a Fratelli d’Italia. Insistere su Basso rimescolerebbe il quadro. Andare avanti invece con la soluzione Amirante aprirebbe invece la strada anche alla vicepresidenza della giunta, che dovrebbe andare ad Anzil (nel contesto di una presidenza del Consiglio invece nelle mani della Lega). Tra l’altro, un Anzil dimissionario consentirebbe di ripescare Leonardo Barberio, primo dei non eletti, un acchiappavoti sorprendentemente escluso dai seggi.

Nelle prossime ore i leader si sentiranno al telefono per completare il lavoro. Se non ci saranno sorprese, giovedì verrà presentato il Fedriga bis.

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