I giovani dicono addio: il Friuli Venezia Giulia è una regione di anziani
In dieci anni la fascia tra 18 e 34 anni ridotta del 25%. Età media di 48 anni ma nei piccoli centri si arriva a 65

Una popolazione che continua a invecchiare rapidamente e che si mantiene a galla numericamente solo grazie all’immigrazione.
Il Friuli Venezia Giulia fotografato dall’ultimo censimento Istat mostra un territorio in delicato equilibrio demografico, con piccoli comuni sempre più spopolata e i giovani in fuga verso l’estero, tanto che in dieci anni la popolazione fra i 18 e i 34 anni è diminuita del 25%.

I dati presentati martedì a Trieste dalla ricercatrice Istat Elena Marchesich dipingono una regione che, pur rimanendo sostanzialmente stabile nel numero di abitanti, affronta sfide demografiche importanti e mostra dinamiche sociali in trasformazione, ma l’invecchiamento mette sotto scacco la sostenibilità previdenziale e i servizi di assistenza agli anziani sempre più sotto pressione.
Un equilibrio precario
Il Friuli Venezia Giulia conta 1.194.616 residenti al 31 dicembre 2023, con un leggero aumento di 368 persone rispetto all’anno precedente. Questa apparente stabilità nasconde però un quadro complesso: il saldo naturale (differenza tra nascite e morti) è fortemente negativo (-7.627), con un nuovo minimo storico delle nascite, che si attestano a 6.982, mentre i decessi sono stati 14.609.
La sostanziale stabilità della popolazione, allora, «è frutto dei valori positivi del saldo migratorio, soprattutto con l’estero, cui si contrappone il valore negativo del saldo naturale», ha spiegato Marchesich, evidenziando che «nel 2023 i decessi sono stati più che doppi rispetto alle nascite, e questo trend sembra proseguire alla luce dei dati provvisori diffusi per il 2024». A compensare il crollo delle nascite sono i flussi migratori: il saldo positivo è di 8.767 persone (2.566 da altre regioni italiane e 6.201 dall’estero).
Sempre più anziani

L’invecchiamento della popolazione prosegue inesorabile, con indicatori ben peggiori della media nazionale. L’età media è di 48,5 anni, quasi due anni in più rispetto ai 46,6 anni della media italiana, e continua a crescere. Particolarmente preoccupante l’indice di vecchiaia: in regione si contano 244,1 over 65 per ogni 100 giovani sotto i 15 anni, contro una media nazionale di 199,8.
«Significa che abbiamo più di due ultrasessantacinquenni per ogni bambino o ragazzo fino a 14 anni», ha sottolineato la ricercatrice Istat. La piramide demografica del Fvg mostra una base ristretta in modo allarmante. Il dato più preoccupante, come riferisce il report, riguarda i giovani tra 18 e 34 anni, diminuiti del 25,5% dal 2012 al 2023, in buona parte per ragioni migratorie. Una drammatica perdita di energie vitali e competenze.

Comuni piccoli sempre più vuoti
La geografia dell’invecchiamento mostra significative differenze territoriali. Pordenone è la provincia più “giovane” con un’età media di 47 anni e un indice di vecchiaia di 204,8, mentre Trieste è la più anziana (età media 49,3 anni, indice di vecchiaia 276).
I piccoli comuni sotto i mille abitanti versano nella situazione più critica, con un’età media che supera i 51,7 anni, un indice di vecchiaia che raggiunge l’impressionante valore di 372,6 e un tasso di natalità bassissimo (3,7 per mille). «A Drenchia, il comune più vecchio d’Italia, l’età media è di 65 anni, oltre 20 anni superiore a quella del comune più giovane, Pravisdomini, dove è di 43,1 anni», ha evidenziato Marchesich.
L’apporto degli stranieri
Gli stranieri residenti in regione sono 120.144, in aumento di 3.804 unità (+3,3%) rispetto al 2022, e rappresentano il 10,1% della popolazione complessiva (contro l’8,9% nazionale). La presenza è più marcata nelle province di Gorizia (13,1%), Pordenone (11,2%) e Trieste (11%).
La popolazione straniera, con un’età media molto inferiore, contribuisce significativamente a bilanciare l’invecchiamento: tra gli stranieri l’indice di vecchiaia vale 44,6 contro il 278,1 degli italiani. Questo spiega perché zone con maggiore presenza di immigrati, come il Pordenonese, mantengano una struttura demografica più giovane.
I cittadini stranieri provengono da 152 paesi, principalmente europei (61%), con romeni (21,2%), albanesi (8,1%) e bengalesi (6,5%) come principali nazionalità.

Famiglie piccole e frammentate
I dati sulle famiglie (riferiti al 2021) rivelano cambiamenti sociali profondi. I nuclei residenti sono 564.743, in aumento del 3% rispetto al 2011 nonostante il calo della popolazione, segno di una sempre maggior frammentazione. La dimensione media delle famiglie registrate è infatti scesa da 2,21 a 2,10 componenti. Oltre il 40% delle famiglie è composto da una sola persona, con le punte massime del 48,6% registrate a Trieste.
Tra i nuclei familiari diminuiscono le coppie con figli (dal 47,2% del 2011 al 41,9% del 2021), mentre aumentano i genitori soli, soprattutto le madri con figli (17,1%). —
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