Destinazione Roma: 1.400 giovani dal Friuli per l’ultimo saluto a Francesco

Dai piccoli paesi alle grandi diocesi, centinaia di adolescenti in viaggio per vivere un’esperienza unica tra fede, amicizia e storia. L’arcivescovo Lamba: «Francesco ci ha ricordato che la vita è un dono».

Cristian Rigo

L’emozione, visibile negli occhi di tutti, è racchiusa simbolicamente nell’abbraccio tra Mattia e Giulia, hanno il loro nome scritto sul retro delle magliette che ricordano i colori del Friuli, zainetto in spalla, si guardano complici e sorridono prima di salire sul pullman che dal piazzale dello stadio Friuli li porterà a Roma in un viaggio che difficilmente dimenticheranno. Perché alla gioia di vivere tre giorni intensi con gli amici insieme a migliaia di giovani (ne sono attesi 80 mila da tutto il mondo) si è aggiunta l’occasione di assistere ai funerali di Francesco, il “loro” Papa e di partecipare quindi a un evento storico.

Il saluto

Ieri, al momento della partenza, non tutti i ragazzini, di età compresa tra i 12 e i 14 anni, probabilmente ne erano pienamente consapevoli, e in molti casi i più emozionati erano i genitori o i nonni che li hanno accompagnati. Un bacio (per chi ancora li accetta in pubblico), una carezza, l’ultima raccomandazione e poi l’attesa in fila seguendo con lo sguardo le corriere che si allontanavano all’orizzonte salutando con la mano. Nello sguardo di molti genitori quella consapevolezza invece c’era, accompagnata da un pizzico di orgoglio e forse di invidia per i figli che potranno dire: io, ai funerali di Francesco, c’ero.

La comitiva

Rispetto ad altre diocesi, la scelta di quella udinese è stata di privilegiare le fasce d’età più basse, demandando al Giubileo dei giovani – il prossimo luglio – la presenza dei ragazzi più grandi: per questo motivo il numero complessivo della comitiva è di poco oltre i 300. La comitiva è composta da giovanissimi di tredici gruppi locali: Basaldella, Campoformido, Fagagna, Majano, Pagnacco, Pavia di Udine, Premariacco, Remanzacco, Rivignano, San Pietro al Natisone, Tricesimo e Cassacco, oltre ai gruppi udinesi di Laipacco con San Paolino e delle parrocchie del centro cittadino. A questi si è unito un altro centinaio di ragazzi in viaggio autonomamente dalle Parrocchie di Paderno, Feletto Umberto e Latisana. Il vescovo Riccardo Lamba li raggiungerà oggi. Dalla diocesi di Concordia-Pordenone arriveranno a Roma 600 ragazzi e, questa notte partirà anche un pullman di fedeli. Non ci sarà il vescovo, Giuseppe Pellegrini che seguirà la cerimonia da Pordenone. Oggi partiranno anche 197 giovani da Trieste e 268 da Gorizia insieme al vescovo Carlo Roberto Maria Redaelli. Dalle 4 diocesi del Friuli Venezia Giulia quindi ci saranno quasi 1. 400 ragazzi.

Il programma

L’atteso rito della canonizzazione del beato Carlo Acutis, inizialmente in programma domenica, è stata sospesa ed è stata annullata la festa musicale che avrebbe dovuto tenersi domani al Circo Massimo. Oggi ci sarà il momento di preghiera della via Lucis nella scalinata della chiesa dei Santi Pietro e Paolo all’Eur, domani le piazze dei “Dialoghi con la città” (sabato 26 aprile), mentre con ogni probabilità il pellegrinaggio alla Porta Santa (da qualcuno anticipato a oggi) e la Messa in piazza San Pietro si faranno domenica.

La preghiera

Ieri, anche per ricambiare «la vicinanza e l’affetto che Francesco ha sempre dimostrato per i più giovani ai quali ha dedicato un sinodo e con i quali ha vissuto quattro Giornate della gioventù» l’arcivescovo di Udine, Lamba ha invitato ragazzi e adolescenti in cattedrale per un momento di preghiera. «Quando Jorge Mario Bergoglio ha sentito la chiamata a diventare sacerdote era il 21 settembre, la festa di San Matteo – ha detto Lamba –. Matteo era stato chiamato da Gesù mentre era sul posto di lavoro, come Pietro e altri. Non è un caso. La parola Matteo significa dono. La vita di ciascuno di noi è un dono e Francesco ce l’ha ricordato. Ho avuto la grazia di essere accompagnato in seminario da un prete amico di infanzia di Francesco che ci aiutava a vedere la vita come un dono che non possiamo tenere per noi stessi perché funzioniamo cosi: ciò che hai o lo dai o si esaurisce». —

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