L’appello di Fedriga dopo la tragedia di Daniel, morto sul lavoro a 22 anni: «Lottare per la sicurezza»

Il presidente del Friuli Venezia Giulia ha auspicato che sulla vicenda si facciano tutti gli approfondimenti del caso. ll ministro Ciriani: «La politica si impegni». Rosolen: «Intensificare le azioni»

Un appello forte a impegnarsi sul fronte della sicurezza sul lavoro è arrivato dal presidente della Regione, Massimiliano Fedriga: «Bisogna battersi e lottare perché la sicurezza ci sia, sia la massima possibile e perché non si ripetano fatti come questi».

«Non consola il fatto che siamo una delle poche regioni dove il numero di infortuni e morti sul lavoro non è aumentato – ha aggiunto Fedriga – rispetto a un dramma, a una tragedia» come questa. Il governatore ha auspicato che si facciano «tutti gli approfondimenti del caso ma occorre che si impegnino di più ancora le imprese, le istituzioni, il mondo del lavoro, tutta la comunità regionale».

«È straziante ed è per tutti noi inconcepibile che un giovane perda la vita mentre svolge il suo lavoro e non smetteremo mai di impegnarci, come uomini, come politici e come governo, per garantire la sicurezza di tutti i lavoratori». Sono le parole con cui Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento, ha commentato quanto accaduto a Maniago. «Sono sinceramente vicino e mi unisco al profondo dolore della famiglia di Daniel Tafa – ha aggiunto Ciriani –. Così come esprimo le mie condoglianze ai suoi colleghi di lavoro, ai cittadini di Maniago e a tutta la provincia pordenonese».

L’assessore regionale al Lavoro Alessia Rosolen ha sottolineato che «un evento tanto drammatico deve rafforzare la nostra determinazione nell’attuazione di misure volte all’aumento della sicurezza sul lavoro. La Regione ha già avviato, in collaborazione con le parti sociali, un piano articolato per la sicurezza sul lavoro: dai finanziamenti per la formazione continua degli operatori alla creazione dell’Osservatorio regionale sugli infortuni, fino al rafforzamento dell’attività ispettiva. È evidente che ciò non basta: è nostro dovere intensificare ogni azione utile per garantire ambienti di lavoro sempre più sicuri, in cui la tutela della vita dei lavoratori sia al centro di ogni scelta».

«Una scheggia è partita da un macchinario, durante quello che doveva essere un “normale” turno di lavoro, è stata fatale per la sua vita. La salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro devono essere una priorità e ognuno deve fare la sua parte: legislatori, aziende, lavoratori», il pensiero di del deputato di Fdi Walter Rizzetto, presidente della Commissione Lavoro della Camera. «In questo momento di dolore il mio pensiero va alla famiglia del giovane operaio di Vajont, comune in provincia di Pordenone, a loro esprimo il mio cordoglio e la mia vicinanza», ha aggiunto Rizzetto.

La segretaria regionale del Pd Caterina Conti con la responsabile Lavoro del partito, Valentina Francescon, confidano «nelle verifiche di ispettori e forze dell’ordine affinché sia fatta piena luce sulle cause che hanno spezzato vita e speranze di un lavoratore, sconvolto una famiglia». Francescon sottolinea che «non possiamo rassegnarci a una “normalità” del lavoro fatta di morti e feriti, quasi fosse un prezzo inevitabile da pagare alle anonime esigenze della produzione. È davvero improrogabile adottare tutte le misure di prevenzione, controllo e sicurezza che ormai chiediamo da anni raccogliendo le continue sollecitazioni del mondo del lavoro».

Dal gruppo consiliare di Forza Italia arriva un invito «a tacere e rispettare il dolore della famiglia» del giovane. Cordoglio è stato espresso anche dal presidente del Consiglio regionale, Mauro Bordin («La morte di un giovane è sempre una tragedia, tanto più quando avviene sul posto di lavoro») e, tra gli altri, dai consiglieri Nicola Conficoni, Furio Honsell, Lucia Buna, Andrea Carli (già sindaco di Maniago), Rosaria Capozzi e Massimo Moretuzzo. 

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