Ha 17 anni e pesa 241 chili, ecco il grande orso bruno individuato nella foresta di Tarvisio
L’esemplare è stato sottoposto ad analisi e dotato di un radiocollare: un gruppo di studiosi era sulle sue tracce

Si è risvegliato da pochi giorni dopo un letargo durato quattro mesi e, al termine del riposo invernale, ha consumato buona parte delle riserve di grasso. Eppure, il grande orso bruno catturato da un gruppo di ricercatori del Progetto Lince Italia dell’Università di Torino, in collaborazione con carabinieri del Reparto Biodiversità di Tarvisio e dai veterinari del Centro ricerca e coordinamento per il recupero della fauna selvatica dell’università di Udine, con i suoi 241 chili di peso mantiene una discreta stazza.
Si tratta di un maschio adulto, di circa 17 o 18 anni, uno dei due esemplari stanziali nell’area del Tarvisiano che si spostano lungo la dorsale delle Alpi Carniche. L’altro è un orso più giovane che ha al massimo 12 o 13 anni, un tempo munito di radiocollare, se n’è sbarazzato facendo perdere le proprie tracce.

«La loro presenza è stata rivelata più volte dalle fototrappole – rivela il ricercatore Paolo Molinari del progetto Lince – ma, a parte qualche episodio di predazione, non abbiamo mai registrato criticità dovute al contatto con le persone, si tratta di maschi piuttosto tranquilli, ci è capitato di essere sulle loro tracce e sono sempre scappati. Sapevamo che da qualche giorno si era risvegliato e che, come ogni anno, sarebbe andato alla ricerca di cibo alla base dei costoni ripidi dove la caduta di valanghe travolge la selvaggina per poi conservarla sotto una fitta coltre di ghiaccio».
Seguendo le sue tracce, hanno montato una trappola a tubo nella quale l’orso è rimasto imprigionato la scorsa notte nelle alte valli della foresta sul territorio comunale di Malborghetto. Mezz’ora più tardi un gruppo composto da sette studiosi è giunto sul posto. Hanno sedato l’animale, lo hanno pesato, sottoposto a prelievi di sangue, pelo e feci, quindi gli hanno applicato il radiocollare, uno strumento che permetterà di monitorarne gli spostamenti, di studiarne il comportamento spaziale e le interazioni con le attività umane».
Un’operazione durata circa un’ora. Poi, ancora intorpidito dalla sedazione e un po’ stressato dall’odore umano di cui si era impregnato, si è allontanato nel bosco mentre albeggiava. Informazioni preziose quelle che il gruppo di ricerca intende ottenere dal grande mammifero, sia per acquisire maggiori conoscenze scientifiche, sia per avere importanti dati per la gestione e la salvaguardia della specie. Sono una decina gli esemplari in regione, metà dei quali stanziali, oltre a Mirtillo e Francesco che gravitano sulla Carnia, ce ne sono almeno due nel Tarvisiano. Senza femmine, che solitamente, restano sul territorio dove c’è una popolazione vitale. Gli altri, sintetizza Molinari, sono esemplari giovani che proseguono nel loro peregrinare fino alle Dolomiti o in Slovenia, ed è proprio a uno di questi che vorremmo applicare il prossimo radiocollare.
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