Addio all’attrice veneziana Grazia Maria Spina: una vita di arti, segnata dalla bellezza

Cinema, tv, teatro: una carriera brillante e intensa, nella quale ha avuto spazio anche il gossip. Si è spenta a 89 anni

Grazia Maria Spina
Grazia Maria Spina

«Sono un’attrice veneziana. È forse alla mia città che devo la mia professione: il Teatro. La conoscenza del veneziano mi ha aiutata molto ad interpretare con maggiore naturalezza le opere di quello che è certamente il nostro maggior commediografo: Carlo Goldoni. Frequentavo ancora il Liceo Artistico all’Accademia di Venezia, quando il direttore del Teatro Universitario di Ca’Foscari, Giovanni Poli, mi volle in un ruolo in “Le donne gelose” di Carlo Goldoni e in Rosetta in “Con l’amore non si scherza” di Alfred de Musset. Certamente, allora, ero più interessata al mondo dei pittori; miei maestri: Saetti e Cesetti».

Grazia Maria Spina scriveva così si sé, della sua carriera, delle sue esperienze artistiche, del senso di un percorso. È morta una delle attrici più belle e conosciute di un’Italia lontana, da boom economico. Attrice goldoniana di primissimo livello, aveva 89 anni. Il suo periodo d'oro va dalla fine dagli anni cinquanta ai primi anni ottanta. Una carriera brillante e intensa, nella quale ha avuto spazio anche il gossip: una relazione con il regista Pasquale festa Campanile, un servizio senza veli nell'ottobre 1970 per la rivista Playmen. Nel 1997 aveva ricevuto l'onorificenza di Commendatore.

Aveva predisposto un suo sito, anni fa, nel quale si racconta. «Frequentavo la casa del grande pittore astrattista Mario De Luigi, perché andavo a scuola con sua figlia Caterina, ancora oggi mia grande amica e valente storica dell’arte. In casa loro incontravo il pittore Tancredi, innocente come un bimbo e allora sotto contratto della collezionista Peggy Guggenheim. Lungo le Zattere vedevo passeggiare al sole De Pisis, Guidi, Carena e Vedova. Se non avessi, quasi per gioco, iniziato a recitare, avrei cercato di seguire il loro percorso e dipingere. Ma ormai era scoppiata la grande passione per il cinema. Ho partecipato a 33 film, non tutti belli, ma certamente decorosi. In particolare, uno mi è caro e ogni tanto lo trasmettono in tv: “Totò contro il pirata nero”. Probabilmente, se non fosse stato per Totò, lo ricorderei a stento; ma Totò c’era. E di lui ha un ricordo nitido, affettuoso, ammiratissimo».

Al cinema è stata anche nel Rugantino con Adriano Celentano. In televisione era una presenza fissa di quella che oggi chiameremmo fiction, e che allora erano sceneggiati. Vinto il provino a Milano per la produzione di “La signora delle camelie” (ruolo di Micia) di A. Dumas, poi aggiunse questo media al teatro e al cinema. In tv la si ricorda in “Le avventure di Nicola Nickleby” di C. Dickens (sceneggiato), “Il fu Mattia Pascal” di Pirandello (sceneggiato), “Vita col padre e con la madre” con Paolo Stoppa e Rina Morelli (sceneggiato), “Davide Copperfield” di C. Dickens con Giancarlo Giannini (sceneggiato), “Chiunque tu sia”, “Il ritorno di Casanova” di Schnitzler, “La donna di fiori”, tante commedie, ma anche “Sanremo 1965” con Mike Bongiorno, “Biblioteca di Studio Uno”, “Dizionarietto musicale”.

A teatro ha lavorato a fianco dei più grandi: Renzo Ricci, Salvo Randone, Memo Benassi, Alberto Lionello, Lina Volonghi, Vittorio Gassman, Giancarlo Sbragia, Aroldo Tieri, Alberto Lupo, Paolo Stoppa, Rina Morelli, Lilla Brignone, Eva Magni, Diana Torrieri, Lia Zoppelli, Valeria Valeri.

Vittorio Gassman cercava un’attrice giovane per sostituire Anna Maria Ferrero a Trieste, in “Ornifile” di Anouilh. «Proprio quella commedia debuttai alla Fenice di Venezia. Sembrerebbe una favola, e forse è stata la più bella favola della mia vita. In venti mesi avevo fatto un salto acrobatico: dai piccoli teatri freddi e disagiati al grande Teatro dove raramente si ospitava la prosa, essendo principalmente la casa della musica. Sembrerebbe una fantasia della mia mente e invece ci sono tanti testimoni: i miei veneziani, i miei genitori, i miei fratelli e le gratificanti critiche teatrali… Alla Fenice sono tornata nel 1968 con “Una delle ultime sere di Carnovale” di Goldoni; e con due spettacoli del Teatro Stabile di Genova, con la regia di Luigi Squarzina, con i quali girai poi tutto il mondo, tanto erano riusciti bene: Parigi, Londra, Vienna, Mosca, Leningrado (oggi San Pietroburgo)».

A partire dal 1991 stop alla recitazione: nella sua vita, come in un cerchio, era tornata l’arte: era diventata un’apprezzata pittrice, perché «Nessuno sfugge al proprio destino», come commentava con un sorriso. Aveva esposto a Roma e Cortona (dove si era trasferita), sviluppando opere con collage e tecnica mista. Una vita di arti, segnata dalla bellezza.

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