La Cina e le porte a Nord Est

Paola Costa
Marco Polo visto dall’artista Franco Dugo
Marco Polo visto dall’artista Franco Dugo

Da qualche giorno Venezia è collegata direttamente con Shanghai da tre voli settimanali gestiti da China Eastern Airlines. Il fatto non poteva non essere retoricamente accostato a Marco Polo, che di rapporti tra Venezia e la Cina si è “professionalmente” occupato più di 700 anni fa. Marco Polo al quale, in più, è intitolato l’aeroporto di Tessera, che con questo nuovo collegamento rafforza la sua posizione di terzo scalo intercontinentale italiano, dopo Roma e Milano. Così come non poteva non essere immediatamente valutato l’effetto del volo diretto sull’incoming turistico (gran parte dell’aumento di viaggiatori cinesi, stimato vicino al 50%) diretto a Venezia e nel Veneto.

Ma l’evento va salutato con favore anche per altri effetti potenziali, più profondi del semplice allargamento della rete di relazioni che fanno ricco un nodo aeroportuale. Il nuovo volo Venezia-Shanghai è avvenimento comparabile solo a quello del primo collegamento aereo diretto di Venezia con New York all’inizio del secolo e a quelli successivi con gli aeroporti di Doha (Quatar) e Dubai (Emirati Arabi Uniti). Il primo destinato ad arricchire le relazioni economiche transatlantiche tra il Nord Est italiano e il Nord America (Stati Uniti e Canada), tuttora le più solide e consistenti. I secondi utili per avvicinare il Nord Est ai mercati asiatici in crescente sviluppo nell’Estremo oriente, oggi questi arricchiti dalla relazione diretta con la Cina, e nel subcontinente indiano, in crescita ancor più prepotente, e sul quale varrà la pena di concentrare gli sforzi per un prossimo futuro sviluppo della rete veneziana di collegamenti aerei diretti.

La differenza sostanziale tra i “vecchi” collegamenti col Nord America e con gli aeroporti del Golfo e quello attuale con Shanghai è che quest’ultimo è figlio di una geoeconomia che da almeno dieci anni continua a suggerire il più ampio allargamento, tendenzialmente globale, dei mercati, nonostante le spinte geopolitche alla frammentazione degli stessi. La trama di relazioni tra l’Europa, l’Italia e il Nord Est e la Cina, quella stabilitasi nei due scorsi decenni per la convenienza alla localizzazione (offshoring) in quel lontano Paese di filiali di imprese europee (italiane e nordestine) alla ricerca di costi del lavoro più bassi e di vincoli socio-ambientali meno stringenti, è destinata a impoverirsi, anche per le spinte geopolitche alla rilocalizzazione (reshoring) di quelle produzioni, ma questo non renderà meno importante l’import-export verso i mercati asiatici, verso Paesi che per fattori demografici e/o di crescita dei loro Pil costituiscono, e sempre più costituiranno, il nuovo baricentro dell’economia mondiale. Mercati asiatici sui quali un Paese come l’Italia, la cui prosperità dipende senza alternative dal suo successo sui mercati internazionali, deve fare di tutto per presentarsi competitivo.

Cina, India, Indonesia, Vietnam, dopo Giappone e Corea del Sud sono i nuovi mercati sui quali l’Italia ed il suo Nord Est “devono” poter piazzare i propri impianti, i macchinari hi tech, i propri prodotti farmaceutici, chimici, ottici, alimentari, di abbigliamento di lusso, di gioielleria, eccetera; tutti prodotti che, tra l’altro alimentano sempre più il cargo aereo che riporta in Europa semilavorati farmaceutici e dell’abbigliamento e componentistica automotive, per l’occhialeria e per la meccanica di precisione.

Insomma, grazie al volo diretto per Shanghai Venezia e il suo aeroporto rafforzano il loro servizio di “porta sul mondo” del Nord Est, avvicinandolo con Lombardia ed Emilia-Romagna, da un lato, e Slovenia e Croazia, dell’altro al nuovo centro dell’economia mondiale. Una porta per la quale passeranno sì i turisti, ma anche imprenditori e dirigenti che all’Asia devono guardare e che attorno all’aeroporto di Tessera potrebbero prima o poi trovare convenienza a ubicare i loro uffici se non le loro fabbriche. Una porta utile poi per le merci ricche che si affidano al cargo aereo. In attesa che per rendere più facile la vita, le relazioni con i nuovi mercati asiatici, alle imprese del Nord Est, Venezia si rimetta in grado di servire il Veneto anche per le esportazioni di merci via mare con la “porta sul mondo” costituita dal suo siteama portuale.

Ma questa è un’altra storia che soltanto nuove convinte politiche potranno scrivere. —

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